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di Eliana Del Prete
“Nel nome di Caruso -prima ancora che del mito, l’uomo Enrico – a due anni dalla fiction che ne raccontava vita e carriera, ritorno a Napoli con un’impresa colossale” Inizia con queste incisive dichiarazioni l’intervento del tenore Gianluca Terranova nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento “Terranova canta Caruso per Opera Summer 2014” tenutasi stamane presso la Mostra d’Oltremare e alla quale hanno preso parte l’imprenditore Rino Manna, l’organizzatore Luciano Paulillo nonché l’addetto stampa Giovanni Chianelli.
Ancora pochi giorni e Napoli rivivrà per una sera la magia e l’atmosfera della grande musica del passato legata all’uomo e al mito Enrico Caruso. Interprete indiscusso della serata sarà il tenore Gianluca Terranova che, il 27 agosto prossimo, nella suggestiva cornice dell’Arena Flegrea vestirà i panni del grande tenore napoletano scomparso novantatré anni fa e che rese celebre nel mondo -grazie ad una potenza drammatica ed una voce tenorile unica nel proprio genere -melodie popolari oggi divenute vero patrimonio universale.
Dopo aver ottenuto grande consenso di pubblico e di critica nella fiction “Caruso, la voce dell’amore”, il maestro Terranova ritorna nella città partenopea con una colossale sfida artistica; esibirsi con un’orchestra sinfonica, quella del maestro Leonardo Quadrini, di 120 elementi. Una macchina organizzativa che, per costi ed energie da profondere, rende la realizzazione dell’evento irripetibile e al quale ben si presta come location l’Arena Flegrea che con i suoi 6000 posti – 6000 mq di cavea di cui solo 100 mq di palcoscenico e 300 mq di fossa orchestra – è la seconda arena d’Italia nonché una delle più moderne d’Europa.
Eppure, nonostante la bellezza e le potenzialità dell’imponente architettura, la stessa da tempo vive solo del ricordo di ciò che era e nella speranza di ciò che potrà essere. “Stiamo lottando con ogni forza affinché la musica resti a Napoli – tiene a precisare l’imprenditore Rino Manna – e lo vogliamo fare restituendo all’Arena lo splendore originario, poiché la stessa, riteniamo essere luogo deputato alla musica in genere e alla lirica in particolare”.
Il tutto sembra essere affidato – allo stato delle cose – alla capacità manageriale e alla buona volontà di pochi in un Paese che sdogana arte “in posti sperduti del mondo – sottolinea il maestro Terranova – dove l’unica ricchezza è la lirica, la nostra lirica. In questi Paesi come gli Emirati Arabi – continua – vengono edificati addirittura teatri d’oro per un patrimonio artistico che è nostro”.
Questi solo alcuni degli aspetti della colossale impresa a cui si apprestano artisti ed organizzatori che senza mezzi termini, erudiscono la stampa anche sulle problematiche di carattere pratico-economico a partire dalle spese per ripulire l’Arena a finire agli sforzi per pubblicizzare la kermesse. “Noi cantanti lirici non siamo abituati a rischiare – confessa Terranova – veniamo ingaggiati in tutti i teatri del mondo senza correre rischi perché indipendentemente dal pubblico, noi veniamo pagati.” Tra il serio e il faceto Paulillo e Terranova parlano di cachet riabbassati per poter sostenere un ticket d’ingresso quasi simbolico; 20€ per per lo spettacolo del 27 agosto e del 4 settembre quando andrà in scena La Tosca, oppure 30€ doppio evento.
Il perché Terranova abbia accettato questa sfida, affonda la motivazione nel grande amore per Caruso, un amore che trova estensione nella nostra madre terra, nella “fiducia in un pubblico – rimarca il Maestro – che per quanto riguarda la lirica, è molto preparato. Un livello altissimo rispetto le altre città e nazioni”.
Dunque l’appuntamento per il 27 agosto con: “La donna è mobile”, “Torna a Surriento”,”Core ngrato” ed “O sole mio” che sono solo alcune delle celebri canzoni che il tenore romano riproporrà riuscendo a far vibrare, non solo le corde vocali, bensì quelle dell’anima. “Terranova, canta Caruso” è un appuntamento da non perdere per quanti hanno già avuto modo di assaporare ascoltando l’omonimo cd editato dalla EMI Classic, in cui emerge prepotente la capacità di rendere straordinaria- oggi come un tempo – ciò che interpretata da altri sarebbe stata musica ordinaria.

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