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di Eliana Del Prete
Il 2 agosto del 1921 moriva a Napoli Enrico Caruso, tenore per eccellenza che grazie all’unicità della sua malia vocale e alle indiscusse doti naturali legate ad un colore scuro della voce, riuscì a sedurre musicalmente e geograficamente l’intero mondo.
Un interprete inarrivabile -Caruso- che già a partire da pochi mesi dopo la sua morte lasciava contendersi in Italia e oltreoceano, in America più precisamente, l’eredità spirituale tra più tenori. Una voce capace di far tremare il cuore oggi come all’epoca, è indubbiamente quella del Maestro Gianluca Terranova, che ha saputo in maniera ineccepibile nella fiction “Caruso, la voce dell’amore” ridar vita all’uomo e alla leggenda del grande Caruso grazie ad una potenza vocale ed una presenza scenica degna delle migliori critiche. Così, a due anni dalla produzione Rai ed un cd “Terranova canta Caruso” per EMI record, l’omaggio al tenore scomparso novantatré anni fa continua con uno spettacolo dal vivo. Il 27 agosto presso l’Arena Flegrea di Napoli si terrà “terranova canta Caruso” un appuntamento con la Musica unico ed irripetibile che vede il coinvolgimento dell’orchestra di Leonardo Quadrini con ben 120 elementi. Un evento -sottolinea il maestro – che tempo addietro ha dovuto abbandonare come progetto, vista la difficoltà di gestire economicamente e logisticamente, soprattutto in tournée, un così cospicuo numero di esecutori tra musicisti e coro.
Nel corso della serata interamente dedicata alle più celebri canzoni che Caruso rese note a livello planetario, Gianluca Terranova riproporrà anche un proprio brano inedito. “‘O sole ‘e Napule” infatti nasce dalla penna di Terranova (con la supervisione di Pietro Gargano per l’idioma napoletano) e dalle note del regista e musicista Stefano Reali.
Un’idea che prende vita così come ce la racconta il maestro stesso: “Questo singolo è nato durante la realizzazione della fiction su Caruso perché volevamo sottolineare un momento che forse non è stato sottolineato abbastanza. Solo Lucio Dalla dedicando una canzona a Caruso, parla della sua vita e di Sorrento. “‘O sole e Napule” invece, narra la storia di Enrico e Ada Giachetti, unico amore della sua vita e racconta che le ferite e l’allontanamento da lei creavano lacrime che solo il sole di Napoli può asciugare”.
Un messaggio -quello del tenore romano – che esorta gli italiani, ed i napoletani in particolare, di valorizzare il proprio patrimonio storico-artistico affinché non resti un bene fine a sé stesso ma che venga reinserito in progetti atti a creare forza lavoro e risorsa economica per la nostra città dove, tra l’abbandono e la superficialità, troppo spesso passano inosservati anche i versi incisi su una lastra dedicati a chi, con tutte le proprie forze ed anima ha dato lustro a Napoli:
“A Enrico Caruso che alle preziose virtù antiche del bel canto italiano
uni la veemenza del suo temperamento mediterraneo e il cui nome risuona nel mondo simbolo favoloso di mitica figura
La città di Napoli”

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Brano inedito