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di Eliana Del Prete

“Enrico Caruso, l’emigrante con la canzone napoletana nella valigia”. Una serata -quella che si terrà domani alle 21,00 nel cortile di San Domenico Maggiore – che già nel titolo racchiude la storia di un uomo che con orgoglio ha sdoganato in tutto il mondo versi immortali del panorama musicale partenopeo, oggi condivisi a livello internazionale come patrimonio universale. La manifestazione, fortemente voluta e caldeggiata dal “Forum delle Culture”in collaborazione con l’Associazione Terra, rientra nell’ambito di un ciclo di tre incontri dedicati al grande tenore scomparso il 2 agosto del 1921 il cui ricordo sarà onorato – in quest’occasione -con un concerto di arie d’opera, romanze e canzoni eseguite dall’Orchestra del Teatro Chermivsti dirette dal Maestro Susanna Pescetti. Una kermess alla quale non poteva mancare Gianluca Terranova, il tenore romano che più di ogni altro artista è riuscito a calarsi nel personaggio “carusiano” facendo rivivere nella fiction “Caruso la voce dell’amore” andata in onda sulle reti Rai nel 2012, il vero Enrico così com’era, libero da sovrastrutture interpretative. A meno di due settimane dal grande evento che lo vedrà protagonista il 27 agosto prossimo all’Arena Flegrea in uno spettacolo unico ed irripetibile dal titolo “Terranova, canta Caruso”, il maestro non resta indifferente al richiamo della città partenopea accettando questo fuori-programma per rendere omaggio alla leggenda della lirica.
Dopo Lucio Dalla, Gianluca Terranova è il secondo autore in assoluto a dedicare a Caruso una canzone. “‘O sole ‘e Napule”, questo il titolo del brano, è stato musicato da Stefano Reali mentre le parole sono di Terranova con la supervisione di Pietro Gargano, coach linguistico per l’occasione nonché direttore artistico di “Enrico Caruso, l’emigrante con la canzone napoletana nella valigia”. Un intreccio di competenze ed amore che confluiscono tutte nella direzione della valorizzazione del patrimonio lirico.

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