di Daniela Muscari Tomajoli

Sabato 20 e domenica 21 febbraio al teatro “Troisi” TUTTO ESAURITO per la compagnia teatrale “luci sul palco” in scena con la commedia “Fratelli d’Italia”, nell’ambito della VIII edizione del premio “Acis – il sipario”. La commedia, in due atti è una brillante parodia con toni grotteschi e incentrata sul caldo tema del pregiudizievole dualismo nord-sud.Un’eccezionale Paola Califano (la sua seconda volta come regista ed autrice) nel ruolo dalla anziana zia Attanasia che nelle sue notti da sonnambula, vede e parla con il fantasma del marito. Tra i protagonisti, un grandissimo Alberto Pagliarulo (noto per i suoi precedenti con Luigi de Filippo) nel ruolo del portiere Gennaro che gestisce con l’anziana zia una bettola a conduzione familiare nel savonese, spacciata su internet come un Grand Hotel. Dopo una lunga serie di gag comiche Milena Liccardo nel ruolo della torinese Olga, con l’odio per i napoletani, scopre di essere suo malgrado proprio partenopea e perdipiù imparentata con la famiglia che gestisce l’albergo, essendo stata abbandonata alla nascita in un convento . Infatti, dopo aver accusato zia Attanasia di averle sottratto l’anello che prima dell’abbandono sua madre aveva riposto nella culla, si scopre che gli anelli in realtà sono due, identici, perché creati dalla stessa mano. Uno sarebbe andato ad Attanasia, l’altro alla di lei sorella, madre biologica di Olga. Splendida l’ interpretazione di Cristina del Grosso, nel ruolo della figlia di Gennaro il portiere, che il padre ha chiamato Diega Armanda. Divertentissime Anika Russo e Flora Arena, nel ruolo di Suor Candida e Suor Ninfa, la prima vittima dei peccati di gola e la seconda “trasgressiva” e trendy. Tra gli altri il professor Edoardo De Santis (Antonio Petito), un Napoletano che “non sembra essere tale” . Brillanti anche le interpretazioni di Maria Luisa D’Urso, nel ruolo della contessa Marisa Baraballo, Emanuele Guarino nel ruolo di Abel Aziz e Gianni Esposito nel ruolo di Abdul Salam.

La Califano sceglie con attenzione i suoi personaggi sempre volutamente grotteschi ed esagerati. “Mi piacciono”-dice- “ le persone con un’anima, con un carattere, un tic, una lieve inflessione della voce, una gamba zoppicante oppure una risata strana”.

Davvero toccante il finale con la proiezione di alcune scene tratte da esperienze teatrali precedenti di Amelia Di Cicco, attrice della compagnia da poco, prematuramente, scomparsa.

Al l’autrice-regista-attrice Paola Califano abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa circa la nascita della compagnia.

“Parlare della mia compagnia è molto semplice: ci siamo trovati insieme per caso, e così abbiamo cominciato.

Amelia Di Cicco, la nostra amica scomparsa, faceva da collante per noi, e non ti nascondo che dopo la sua morte abbiamo vacillato non poco, al punto che io volevo rinunciare a questo spettacolo.

Ma Amelia non lo avrebbe mai permesso…ed io questo lo so molto bene.

Non abbiamo rinunciato, così ho chiesto di avere il suo vestito di scena, quello che indossava l’anno scorso nel personaggio di Palmina Savarese, che l’ha consacrata ufficialmente come beniamina di tutti.

Il vestito è stato appeso alla stampella, nel corridoio fuori i camerini. Fuori al mio camerino c’era il suo nome, con il ruolo di ANGELO.

Amelia è il nodo che ci lega, e che ci tiene legati.

Per quanto riguarda me, questo è il mio secondo lavoro da regista ed autrice. 

I miei due lavori, si incentrano di base sul grottesco. Cerco di affrontare tematiche sociali; l’anno scorso ho parlato dell’ipocondria, che è uno dei mali dei nostri giorni.

L’ipocondria che tanto ti assorbe, al punto da succhiarti la linfa vitale e da distoglierti dalle vere cose importanti della vita.

Quest’anno ho affrontato il tema del razzismo tra Nord e Sud, in chiave comica e leggera.

Tutti i miei personaggi sono volutamente ” esagerati ” nel vestire, nelle fattezze, nell’incedere. Hanno sempre caratteri forti perché ciò che mi entusiasma è proprio l’aspetto grottesco che la vita assume, ogni giorno.

Fratelli d’Italia ci ha fatti entrare prepotentemente nel cuore del pubblico, al punto che ci stanno tempestando di richieste per un nuovo lavoro.

Ma preparare uno spettacolo del genere costa: sacrificio, impegno e troppo troppo tempo. Non si può, almeno io non riesco a prepararne due/tre in un anno.

Quest’anno ci siamo accaparrati la presenza di Alberto Pagliarulo, un attore che ci ha guidati con la sua esperienza in una delle più belle esperienze di vita teatrale.

Ma se oggi tutto questo è realtà lo devo ai miei splendidi compagni di viaggio che, oltre ad Alberto, sono Flora Arena, Maria Luisa D’Urso, Milena Liccardo, Antonio Cardella, Cristina Del Grosso, Anika Russo, Antonio Petito, Emanuele Guarino, Gianni Esposito.