di Eliana Del Prete

La visita alla “Casa Museo Enrico Caruso” nel rione San Giovanniello, che diede i natali al più grande interprete lirico di tutti i tempi, parte dalla Chiesetta dei SS Giovanni e Paolo. Il piccolo edificio, oggi ancora consacrato ma destinato ad eventi culturali, rappresenta la prima tappa di un viaggio affascinante alla scoperta dei luoghi che videro nascere e crescere il tenorissimo.

Grazie all’intuizione del Dott. Gaetano Bonelli (Direttore Casa Museo Enrico Caruso) e all’imprenditore Raffaele Reale (Presidente Associazione Casa Museo Enrico Caruso), che insieme al Direttore Artistico Ivano Caiazza, al presidente onorario Guido D’Onofrio e al Direttore dell’Enrico Caruso Museum of America di Brooklyn, il 2 agosto del 2020 – data simbolica che ricorda la scomparsa di Caruso – viene inaugurata quella che oggi rappresenta una delle più vive ed autentiche testimonianze della vita dell’indimenticato tenore.

La chiesa dedicata alla Madonna dell’Arco rappresenta, insieme alla casa di Caruso, un luogo iconico. Quest’ultima, fino alla prima metà dell’Ottocento, era di pertinenza della chiesa, prima di essere trasformata in civile abitazione. Caruso venne qui battezzato e si esibì per la prima volta nella cantoria come voce bianca – contraltino, più precisamente – a cinque anni. Già all’epoca, ad “Erricuccio” (come amorevolmente lo chiamava la madre), venne riconosciuto un talento eccelso, che lo porterà a diventare il genio indiscusso che noi tutti conosciamo.

Negli anni ’50, venne edificata nella vicina piazza una nuova chiesa sempre intitolata ai Santi Giovanni e Paolo, sostituendo di fatto questa piccola chiesetta che, seppur ancora consacrata, viene destinata maggiormente ad eventi di carattere culturale.

“Non ci siamo limitati ad inaugurare la Casa di Enrico Caruso – sottolinea Gaetano Bonelli, Direttore della Casa Museo nel corso di una visita guidata – bensì abbiamo dato seguito a una serie di iniziative come l’istituzione del premio Casa Enrico Caruso, conferito nel 2022 a Jonas Kaufmann e quest’anno a Gregory Kunde. Inoltre – prosegue il Direttore – abbiamo istituito la ‘Gran medaglia alla carriera’, conferita nel 2020 al decano dei Carusiani, Francesco Canessa (ex sovrintendente del Teatro San Carlo), e quest’anno ad Armando Jossa, memoria carusiana del quartiere.”

Non paghi, il direttivo del Museo ha realizzato la Targa alla memoria Casa Museo Enrico Caruso.

Il meraviglioso viaggio nella vita del tenorissimo prosegue a una manciata di passi da Piazza Ottocalli. Ci troviamo in Via Santi Giovanni e Paolo 9, dove nacque il 25 febbraio 1873 Enrico e dove visse per i primi sei anni della sua vita. Accanto al portoncino d’ingresso dello storico stabile, un locale di proprietà del gioielliere Lello Reale, attende di essere trasformato in un caffè culturale con sezione dedicata ad oggetti che riprendono l’effige del grande Maestro.

Questa è la Napoli che ci piace raccontare. Lo spaccato di una città dove lo storico, l’imprenditore, il professionista, anziché votarsi all’ennesimo investimento redditizio di un B&B, decide di recuperare un sito di inestimabile valore storico per restituirlo ai napoletani stessi. È doveroso precisare che la Casa-Museo di Caruso vive grazie al mantenimento materiale dei fondatori e a qualche libera offerta di chi ne apprezza l’iniziativa. Ci si auspica che le istituzioni vogliano intervenire in questa opera meritoria, affiancando e sostenendo quello che è un vero e proprio patrimonio culturale internazionale.

Ma ritorniamo alla visita. Conservata interamente nelle sue fattezze, colpisce la porta e l’oblò del finestrone sovrastante, dal quale il piccolo Caruso entrava ed usciva dalla piccola dimora. Il pavimento, un tempo costituito dalle famose “riggiole”, mostra oggi mattonelle industriali messe in posa nel 1908. Nonostante gli inevitabili interventi di manutenzione e riammodernamento apportati nel corso degli anni, il fascino del luogo, come una macchina del tempo, ci riporta a quei momenti in cui Enrico si affacciava al balconcino, piuttosto che rivederlo saltare sul lettone posto nell’unica stanza dell’appartamento – eccezione fatta per un ingresso-cucinino.

Oggi, ancora ci pare di ascoltare la sua ineguagliabile voce mentre lo sguardo del visitatore si fa strada tra reperti originali, quadri, ritratti, dischi, cartoline, monete e francobolli esposti a testimonianza di un eclettismo artistico e culturale di Caruso, sconosciuto ai più. Dalle tante caricature che fanno bella mostra di sé sulle pareti della casa-museo, è possibile scoprire un Caruso disegnatore, caricaturista. Tratto fermo, deciso, ironico e pungente caratterizzano la moltitudine di opere raccolte. Per non parlare della capacità tecnica nel fondere sculture in bronzo. È il caso di ricordare che fu iniziato a tale arte poco più che bambino. Lo sguardo, qui, si posa su cartoline che egli stesso inviava al proprio domicilio, a ricordo dei posti visitati e conquistati nel mondo durante le sue tournée.

Visitare Casa Caruso vuol dire entrare nell’essenza, nell’anima di questo immenso ed ineguagliato artista. Una tappa consigliata a quanti desiderano conoscere il Caruso numismatico, filatelico, dedito al buongusto nel vestire, collezionista, filantropo, imprenditore di se stesso e finanche “influencer”.

Se è vero, come è vero ciò che diceva Giuseppe Di Stefano:” L’istinto deve esserci, come pure la generosità: non avremmo avuto un Caruso se avesse cantato risparmiandosi”, non ci resta che soffermarci sulla breve, quanto intensa vita del più grande lirico che questo pianeta abbia mai avuto. Per contatti col museo per prenotare una visita si può accedere alla pagina Facebook Museo Casa Enrico Caruso.

https://casamuseoenricocaruso.it/

https://www.instagram.com/reel/C1e0AXjs6kf/?igsh=NTc4MTIwNjQ2YQ==