di Eliana Del Prete 

“Il cane è l’affetto più caro che ho, lo vorrei con me sull’altare nel giorno del mio matrimonio”. Appena quindici giorni fa ci troviamo a partecipare,come ogni domenica, alla celebrazione delle ore 11,00 – quella dei bambini e delle famiglie per intenderci – quando nel corso dell’omelia, Don Franco Rapullino, parroco della Chiesa di San Giuseppe a Chiaia, racconta questa “bizzarra” richiesta avanzata mesi addietro da una giovane donna che, nel giorno del “Si”, al posto del padre, avrebbe voluto accanto a sè per attraversare la navata il proprio amico a quattro zampe. Di qui il diniego del sacerdote a celebrare quel matrimonio molto sui generis. L’accento non viene però posto mai, nemmeno per un attimo, sulla questione animale in chiesa,  quanto sulla necessità di far comprendere a piccoli e grandi l’importanza dei sacramenti. L’omelia  di Padre Franco – vera e propria catechesi –  era infatti mirata a far riflettere quanti si avvicinano ai sacramenti con leggerezza, riducendo, talvolta il tutto, ad una passerella. 

Il messaggio, accolto e condiviso dall’assemblea nell’immediato, a distanza di due settimane, ha fatto però esplodere un vero e proprio “caso”, finendo nelle ultime ore nel grande circo mediatico come “La Notizia”del giorno.

Chi frequenta la parrocchia di San Giuseppe sa bene quali messaggi intende far passare Don Franco con le sue omelie; quello dell’allontanamento dei cani dalla chiesa, non è certo uno di questi. 

Che non se ne abbiano a male dunque gli animalisti, le questione affrontate dal parroco – talvolta anche con toni ironici e scherzosi – trovano fondamento in ben altre necessità spirituali comunitarie, come, ad esempio, formare coscienze nel deserto.