20130927-111516.jpg Nessun dramma, ma nessun dorma. Benitez la pensa così, non sarà il pareggio di mercoledì sera con il Sassuolo a fargli cambiare idea sugli umori parossistici del calcio italiano; essere là, spalla a spalla con la Juventus, certifica il valore della squadra, il punto di riferimento naturale resta Conte. Ma quanto separa il Napoli dalla testa della classifica? Due punti, oppure l’unità di misura deve essere aggiornata secondo vecchi criteri, quando le occasioni più favorevoli venivano dilapidate contro i piccoli club? Non saranno le domande della vita in queste ore dominate dalla minaccia di altre fughe, ma dalle risposte dipende il futuro di una squadra che era reduce da due vittorie contro Borussia Dortmund e Milan prima di fermarsi contro l’ultima della classe. Gli analisti da Bar Sport ieri si sono già esercitati nel disegnare scenari futuribili: nuovi acquisti che rafforzino la seconda linea, un freno al turn over, perfino la riesumazione di quella teoria dei titolarissimi ai quali è sempre impossibile rinunciaere. Già in passato l’incapacità di trovare soluzioni alternative costò un prezzo altissimo: nel Napoli di allora convivevano due formazioni di valore molto diverso, e forse mai fu trovato il mix giusto. Ma il teorico allora era Mazzarri, oggi le regole le detta Benitez, e le differenze tra i due sono nettissime, tanto da non poter generare alcun tipo di confusione ideologica. I primi ad averlo capito sono i giocatori, passati al nuovo regime senza crisi di adattamento, in un clima molto diverso. Resta il mercato per eccitare la fantasia appena appannata dei tifosi, ma le voci arrivano tutte dall’estero, e riferiscono di giocatori (e non sempre di campioni) offerti più che richiesti: il tutto somiglia molto a un gioco gestito da procuratori e mediatori, non si arriva mai a vere anticipazioni di trattative. Per ora ufficialmente tutto è fermo, ma l’attenzione generale per il tema è il segno della forza conquistata dal Napoli in campo internazionale: tutti ne accetterebbero la corte, cosa che solo qualche stagione fa era inimmaginabile. Ma tutti vogliono anche chiudere l’affare della storia. Deve valerne la pena, però, per il Napoli. Prendete Mascherano: quale allenatore non vorrebbe averlo in rosa? Dà qualità a difesa e centrocampo, ma il Barcellona se ne priverebbe solo per arrivare subito a Thiago Silva. Un business da trenta milioni più l’ingaggio. C’è qualche mese per pensarci, il tempo giusto per provare qualche novità che impedisca a Zaza (bravissimo l’anno passato in serie B) di fare il fenomeno al San Paolo, ammutolendo uno stadio e una città. Si aspettava la festa di Higuain, la consacrazione di Martens, il ritorno di Cannavaro, ma lungo una maratona di trentotto giornate è possibile un piccolo black out, cose che capitano soprattutto in Italia, dove le distanze improvvisamente si azzerano. Basta un attimo, una distrazione e tutto diventa difficile, faticoso. Ecco perchè gli imprevisti si contrastano con le alternative. Se davvero Benitez dovesse accorgersene di non averne, a gennaio qualcuno arriverà. Esistono stagioni che sembrano predestinate, questa per il Napoli potrebbe essere quella giusta. Quindi nessun dramma, ma nessun dorma. di Massimo Corcione
Fonte: Il Mattino