20130826-102630.jpg La prima partita ufficiale del campionato, la prima da capitano, la prima doppietta: tutti gli indizi del nuovo Napoli portano a lui. Marek Hamsik è il simbolo e la bandiera di questa squadra che ne fa tre al Bologna e inizia il grande sogno vincendo e convincendo.

Vanno via Lavezzi, Cavani e Mazzarri ma lui resta, non molla, parla con i fatti. Hamsik s’è preso il San Paolo, è lui l’ultimo re di questa squadra. Ha ricominciato da dove aveva finito.

Tre a zero in casa del Bologna tre mesi fa, il suo sigillo nella partita che decise matematicamente il secondo posto e l’accesso diretto alla Champions. Tre a zero ieri ancora contro i malcapitati rossoblù e una doppietta tanto per mettere subito le cose in chiaro. «Evidentemente il Bologna mi porta bene ma era fondamentale iniziare con il piede giusto»: non per dare una risposta alle altre, Juventus e Inter in testa che hanno rispettato il pronostico. Il Napoli ha fatto meglio delle rivali, nel punteggio e nel gioco ma questo non fa testo per Marekiaro, che è arrivato alla settima stagione in maglia azzurra.

«Sinceramente non guardo a quello che fanno gli altri, conoscevamo i risultati prima di andare in campo ma abbiamo giurato a noi stessi di guardare solo in casa nostra: volevamo vincere e basta, ci siamo riusciti e va bene così». In maglia azzurra ha toccato quota 72 gol, lasciandosi alle spalle bomber come Vinicio e Careca, i due brasiliani che hanno fatto la storia del Napoli. La storia di oggi è questo slovacco che pare nato a Napoli, ottavo nella graduatoria di tutti i tempi, ha messo nel mirino Savoldi, che è cinque reti più avanti. Lo prenderà più in là.

«Sono numeri che fanno piacere perché vengo accostato ai grandi nomi del passato ma vi assicuro che davvero io tengo prima alle fortune della squadra e poi ai successi personali. Se poi le cose coincidono, tanto di guadagnato». Come ieri sera, bel gioco e prestazione convincente. Si vede che qualcosa è cambiato, la mano di Benitez c’è, i movimenti in campo sono diversi, Hamsik restituito alla sua vera posizione di trequartista fa male agli avversari. «Stiamo cercando di migliorare, le idee di Benitez sono abbastanza chiare: vuole che giochiamo più palla rispetto a Mazzarri». Non è una critica e nemmeno un elogio al nuovo tecnico.

«Semplicemente stiamo cambiando il nostro modo di giocare. Un salto di qualità? È presto per dirlo anche se negli ultimi tre anni abbiamo fatto grandi cose». Marek capitano è un dato di fatto ma non ditegli nemmeno questo. «No, il leader resta Paolo. Questa volta è toccato a me, un grande onore festeggiato con una doppietta, è difficile dimenticare una serata così». Scudetto parola proibita ma non troppo. «Non facciamo promesse ai tifosi, anche perché la Juventus resta la più forte e quindi la favorita. Ma vogliamo vincere qualcosa. Cosa? Tutto quello che si vince è sempre importante…».
Fonte: ilmattino