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Maturità. Questa è la prima parola che viene in mente se si pensa alla settima vittoria del campionato azzurro, contro un Torino che ha dimostrato essere in giornata no, palesando evidenti lacune in fase di impostazione e, di conseguenza, di finalizzazione.
Dopo la preziosa vittoria in terra francese, era doveroso ripartire anche in campionato, per dimostrare che il passo falso di Roma ha rappresentato uno sfortunato episodio. Già, perché uno dei più significativi indici del processo di crescita di ogni squadra è la reazione alle sconfitte, l’approccio del collettivo alle difficoltà, il modo in cui i nervi assorbono le battute d’arresto.
Una prova di autorevolezza ci si attendeva e una prova di autorevolezza è arrivata. Pur avendo realizzato entrambe le reti su calcio di rigore, la squadra di Benitez ha messo in evidenza la solita grande organizzazione tattica: le distanze fra i reparti ridotte come di consueto, Dzemaili che ha ben figurato nel ruolo di vice-Behrami e la difesa che ben ha saputo reggere agli urti provocati dalle (sporadiche) sortite offensive dei granata.
Per quanto riguarda la fase offensiva, la nota più lieta della giornata è rappresentata dalla definitiva esplosione di uno dei pezzi pregiati del mercato estivo napoletano: Dries Mertens.
Il folletto belga, che sta guadagnando settimana dopo settimana punti pesanti agli occhi del tecnico spagnolo, ha dato continuità alle grandissime prove offerte contro Livorno prima e Marsiglia poi, costituendo una vera e propria spina nel fianco della difesa del Torino. Con alternative così valide in zona offensiva, ruotare gli uomini potrà essere possibile senza compromettere l’efficienza della manovra d’attacco, nè il morale dei singoli, sempre alto grazie all’utilizzo oculato che Benitez fa di ognuno.
Unico pelo nell’uovo in una partita praticamente senza sbavature è Lorenzo Insigne. Il talento di Frattamaggiore, nelle ultime settimane, pare aver perso quella verve devastante che ne aveva caratterizzato la prima parte della stagione: eccessive azioni solitarie, sempre un dribbling di troppo, imprecisioni al momento dell’ultimo passaggio.
Volendo volgere un occhio alle altre, oltre le vittorie di Juventus e Fiorentina (prossima avversaria del Napoli nel turno infrasettimanale di mercoledì), il dato che stupisce maggiormente è l’ennesima vittoria della Roma di Garcia. Nove vittorie su nove, eguagliata la Juve di Capello della stagione 2005/2006, e un gioco che pare proprio non avere falle.
In attesa della sfida di ritorno al San Paolo contro il Marsiglia, risulta già decisiva la sfida del Franchi mercoledì, la quale potrà dire davvero tanto sulle potenzialità di questa squadra, chiamata al terzo scontro diretto di questo girone d’andata.