di Massimiliano Del Prete

La penisola italiana è un mare magnum dal quale scaturisce cultura ed arte, binomio inscindibile, in maniera prepotente. Ed è proprio in questo “mare magnum”, sulla costa di Riace Marina, non distante dal luogo di ritrovamento dei celebri Bronzi, avvenuto poco più di 50 anni fa, che il Prof. Giuseppe Braghò, il 1 di agosto del 2023, nel corso di una immersione effettuata a scopo ludico, ha “pescato” 9 eccezionali reperti in rame e un manufatto apparentemente in pasta vitrea o calcite.

Prontamente segnalati alla competente Soprintendenza, gli stessi venivano consegnati il giorno 3 agosto 2023. Fra i 9 reperti in lega di rame, si notano 4 chiodi lunghi fra i 25 e 21 centimetri, a testa circolare, per lo più non deformate, con i bordi estroflessi. 

Le loro dimensioni, inducono ad ipotizzare l’impiego nella realizzazione di un’unità navale, di tipologia non determinabile alla stato attuale, di notevoli dimensioni, tanto da poter ipotizzare un natante lungo più di 20 metri. 

L’ultimo elemento individuato e recuperato, parimenti di estremo interesse, presenta delle caratteristiche uniche, rispetto a quanto già illustrato.

Al riguardo è utile citare, testualmente, quanto afferma il Funzionario Archeologo SABAP RC – VV: “Reperto di forma semisferica (diam. circa 1 cm), ad un primo esame in lega di rame, dotato nella parte posteriore di due piccole alette, verosimilmente di fissaggio (una delle quali conservata solo parzialmente) e nella parte anteriore di un rilievo circolare”. 

Dall’analisi delle foto che lo riproducono, questo manufatto rimanda alla realizzazione di un’iride con pupilla.

Questo si presenta in buone condizioni di conservazione, leggermente deteriorato dal moto di rotolamento sul fondale a seguito del movimento ondoso, con le concrezioni praticamente assenti. L’iride presenta leggere tracce di pigmentazione sbiadita, mentre la pupilla caratterizzata dalla tipica forma circolare, evidenzia segni di ossidazione tipiche del rame. Quest’ultima, realizzata con una lega del medesimo metallo, presumibilmente potrebbe essere legata con le alette di fissaggio posteriori. Allo stato attuale non è possibile ipotizzare alcuna attribuzione precisa, sebbene un confronto con le immagini del volto della statua A dei bronzi di Riace induce a ipotizzare ad un possibile riferimento alla pupilla mancante della sclera sinistra proprio in questa; parimenti non è da escludersi, a priori, la possibilità che possa appartenere ad un’altra statua ancora sconosciuta.

 

Per approfondire l’argomento, sabato 3 febbraio alle ore 11.00, presso la Fondazione Foqus Quartieri spagnoli, in Via Portacarrese a Montecalvario 69 a Napoli, si terrà una interessante conferenza alla quale interverranno il Prof. Giuseppe Braghò, giornalista e  scopritore dei reperti, il Dott. Antonio Arcudi, Presidente dell’ArcheoclubNapoli e il Dott. Francesco La Ratta, archeologo subacqueo esperto in relitti nautici.