Dopo sette giornate, ecco arrivare finalmente Roma-Napoli, un match che sa d’alta quota: prima contro seconda della classe. Alzi la mano chi ,a inizio campionato, avrebbe scommesso anche un solo euro sulla Roma capolista solitaria a metà ottobre. Una squadra proveniente da due stagioni pessime, con due progetti prima avviati e poi cestinati senza neanche che fossero portati a termine. Eppure, il grande merito di Rudi Garcia, alla sua prima stagione nella massima serie italiana, è quello di aver dato compattezza ed equilibrio a una squadra che prima non ne aveva, impartendo ad ogni singolo giocatore dei compiti ben precisi da espletare, in modo tale da giovare a ciascuno dei compagni.
Qual è il punto debole di questa macchina (apparentemente) perfetta? Cerchiamo di analizzare i giallorossi reparto per reparto.
PORTA – Sull’estremo difensore, niente da dire. Per quattro stagioni De Sanctis ha ben difeso la porta azzurra, dimostrando sicurezza, esperienza e carisma. Comanda la difesa come pochi.
DIFESA – È qui che la Roma ha fatto il maggior salto di qualità: dieci gol subiti in meno rispetto alla scorsa stagione. Castan, con un compagno di reparto diligente ed eclettico come Benatia, sta avendo una crescita esponenziale e l’interazione con i terzini è quanto mai efficace. Balzaretti e Maicon garantiscono sia spinta che copertura, ma nella sfida dell’Olimpico il terzino sinistro, squalificato, lascerà spazio a Torosidis: è lì che il Napoli dovrà imbastire la maggior parte delle sue azioni offensive.
CENTROCAMPO – Probabilmente, insieme a quello della Juventus, il migliore d’Italia. De Rossi, rigenerato, sembra tornato quello dei tempi d’oro. Pjanic, dopo due stagioni nelle quali il proprio talento è emerso solo a sprazzi, sembra essere definitivamente maturato e le sue geometrie hanno permesso anche alla sua Bosnia di conquistare una storica qualificazione al Mondiale brasiliano. A completare la zona nevralgica c’è Kevin Strootman: l’olandese, fiore all’occhiello del mercato giallorosso, garantisce fisicità ed assist preziosi, è abile sia da mezzo sinistro sia nei compiti di copertura; costituisce il vero collante fra centrocampo e attacco (si veda l’azione del gol di Florenzi a San Siro nell’ultima giornata).
ATTACCO – Il tridente di Garcia è sicuramente uno dei più variegati della Serie A. Il reparto offensivo giallorosso non dà punti di riferimento alle difese avversarie dal momento che Totti, che dovrebbe ricoprire il ruolo di prima punta, il più delle volte si abbassa addirittura sulla linea dei centrocampisti, divenendo un vero e proprio regista avanzato. Ai suoi lati agiscono, quasi sempre, Gervinho e Florenzi. Il primo, richiesto esplicitamente da Garcia, è stato devastante in questo avvio di campionato: le sue progressioni fanno spesso e volentieri il vuoto nelle metà campo avversarie e l’assenza di Zuniga è una vera sciagura in questo senso, dal momento che il colombiano pareva l’unico nella rosa azzurra in grado di arginare le scorribande dell’ivoriano.
Florenzi, centrocampista con spiccate propensioni offensive, è davvero il valore aggiunto della Roma: giocando a ridosso delle punte, riesce a dare il meglio di sè con i suoi inserimenti alle spalle dei difensori avversari, riuscendo comunque a mettere i suoi polmoni e la sua tecnica a disposizione dei centrocampisti. Da non sottovalutare anche Ljajic: l’ex fiorentino partirà quasi sicuramente dalla panchina, ma la sua creatività e la saj straripante condizione atletica dovranno essere contrastate con le dovute precauzioni.
Fondamentale sarà, per il Napoli, mantenere le distanze fra i reparti e tenere larghi i due esterni alle spalle della prima punta, costringendo i terzini avversari ad avanzare il proprio baricentro lasciando senza supporto i due centrali di difesa.