Comunicato stampa
In un immaginario processo, scritto e diretto da Corrado Ardone, Raffaele Viviani è accusato di raccontare le miserie del popolo, usando pure il dialetto e non la lingua della Nazione, discreditando così le politiche del governo.
Il commediografo si difende tra aneddoti di vita, confessioni e interpretazioni tratte dal suo repertorio, mettendo a nudo i diversi aspetti della sua eccentrica personalità.
Lo spettacolo rievoca così il periodo che parte dal grande successo degli spettacoli della compagnia Viviani nella seconda metà degli anni Trenta per arrivare al secondo dopoguerra, in cui Viviani viene visto come un precursore del Neorealismo. Una soddisfazione tardiva per l’artista, costretto a sopravvivere come attore di compagnia, per poi, una volta tornato al suo teatro, ammalarsi e poco dopo morire, con le voci del popolo che sentenziarono: «È muort’ ‘e collera!».
In scena Mario Aterrano e Massimo Peluso, con Vincenzo Vecchione e Graziano Purgante. Le musiche sono di Michele Bonè.
Processo a Viviani è prodotto da the Cult e Teatro Segreto.