Home In primo piano Niente scherzi in ballo c’è la Champions

Niente scherzi in ballo c’è la Champions

3 viste

20140317-114939.jpg Quando Torino – Napoli sarà terminata, agli azzurri resteranno ancora dieci partite per chiudere questo primo, ondivago campionato dell’era Benitez. E una partita di Coppa Italia, una finale vera contro una rivale, un’avversaria dello stesso range, quello delle inseguitrici rassegnate della lepre bianconera nel quale rientrano Roma e Inter in un vario e variabile ordine. E almeno una partita, ma naturalmente speriamo e crediamo molte di più, di una Coppa Uefa che è tutt’altro che un traguardo di serie B; anche se la parola Champions, perduta con dodici punti e avendo vinto il girone, evoca al tifoso azzurro un misto di rabbia, rimpianto e speranza senza uguali. Proprio sulla Champions, alla vigilia di un match che riserva grandi difficoltà, si vorrebbe che la compagine azzurra facesse mente locale per trovare fortissime motivazioni. E’ vero, gli otto punti figurativi di vantaggio sull’Inter vittoriosa a Verona sono tanti: ma è anche vero che contro i nerazzurri bisognerà giocare a Milano, e che Mazzarri, lo sappiamo bene, ha mille validi motivi per tendere tranelli alla nostra squadra, potendo peraltro godere di una rosa che non è certo di secondo piano; e sulla rotta che porta al termine del torneo gli azzurri hanno ancora scogli quali Fiorentina, Juventus e Lazio al San Paolo e Parma e Udinese in trasferta. Insomma, la qualificazione coi preliminari è tutt’altro che un tesoro acquisito, ed è per questo che bisogna puntare con determinazione a qualcosa che oggi è molto difficile ma non impossibile, e cioè raggiungere i giallorossi e sfilargli il secondo posto. I ragionamenti che concernono la difficoltà dei preliminari e i dannosi riflessi di essi sulla preparazione e quindi sul successivo campionato, non c’entrano: c’entra il fatto che per raggiungere con sicurezza un obiettivo bisogna necessariamente mirare a quello più in alto. Per il progetto tecnico del trainer spagnolo, il mancato accesso alla Champions sarebbe un vero dramma; le squadre di Benitez, per funzionare appieno, necessitano di elementi in grado di gestire il gioco in ogni momento della partita, utilizzando una capacità tecnica superiore e una consolidata esperienza ad alti livelli. Oggi, nella rosa azzurra, gli uomini che sono in possesso di queste caratteristiche sono meno di una decina, e devono diventare almeno quindici per affrontare una stagione in cui sarà fondamentale restare competitivi per tutti gli obiettivi. Quale calciatore di questo livello, oggi, accetterebbe di venire in una squadra che non partecipa alla massima competizione europea, tenuto anche conto dei limiti salariali imposti saggiamente dalla società? Ecco che assume chiarezza il fatto che per questo finale di stagione il principale target, quello assolutamente irrinunciabile e da raggiungere senza dubbi e prima possibile, è la blindatura della partecipazione alla Champions; senza farsi distrarre dalla luccicante coppa Uefa, complicatasi dopo l’andata portoghese, e tantomeno dalla lontana chiusura di stagione con la pur prestigiosa finale dell’Olimpico contro i viola. A Torino, quindi, con determinazione e assoluta concentrazione; a Torino con l’atteggiamento giusto, quello di una vera finale; a Torino per giocarsela a viso aperto, contro una squadra tranquilla in classifica e in un momento non certo felice; a Torino per ritrovarsi e per ritrovare un altro pezzo di Hamsik, il vero leader tecnico della squadra che non vediamo compiutamente in campo da prima dell’infortunio; a Torino, soprattutto, per tornare a essere la squadra dal gioco offensivo più brillante d’Italia, e per alzare la percentuale di realizzazione in rapporto alle occasioni create, dato ultimamente assai insufficiente; a Torino per tenere a distanza viola e nerazzurri, e per mettere pressione alla Roma che riceve un’Udinese che sa essere un osso duro. A Torino, per vincere. di Maurizio De Giovanni
Fonte: Ilmattino