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Museo Zoologico di Napoli: un affascinante viaggio nel tempo e nella storia

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di Massimiliano Del Prete

L’Italia, oltre ad essere, per antonomasia,  uno dei  Paesi più ricchi al mondo di arte e cultura racchiude anche nel ventre del suo territorio una varietà faunistica che ha pochi eguali.

Pertanto, oltre a santi, poeti e navigatori, in Italia, possiamo annoverare anche una pletora di illustri zoologi che studiano e monitorano costantemente la nostra fauna, svolgendo anche un’opera di sensibilizzazione ed informazione verso il pubblico per avvicinarlo nella maniera giusta all’osservazione di questo straordinario universo, che spesso corre il rischio di vedere intere specie in pericolo di sopravvivenza o addirittura di estinzione.

Uno scrigno che disvela la bellezza del mondo animale, è certamente il Museo Zoologico ospitato nella Biblioteca Universitaria della Federico II. Percorrendo le sale che compongono il museo sembrerà di essere protagonisti del film “Una notte al museo”.

Visitarlo significa percorrere un viaggio nella scienza e nella storia naturalistica lungo duecento anni. Infatti, il Museo Zoologico di Napoli venne ufficialmente istituito da Gioacchino Murat, re di Napoli, con decreto del 18 febbraio 1813, che vi fece trasferire gran parte dei preparati delle collezioni naturalistiche dei Borbone, nonché varie collezioni private. Nel 1815 Ferdinando I di Borbone diede la collocazione logistica finale negli attuali locali della Biblioteca Universitaria.

Dalle parole con le quali la Dottoressa Roberta Improta, Direttrice Tecnica del Museo di Zoologia, ci ha descritto alcuni dei reperti straordinari esposti, traspare tutta la passione e la competenza di chi non considera solo una professione ciò di cui si occupa ma un’occasione per trasferire conoscenza a chi visita il Museo.

Imprescindibile fermarsi ad ammirare il gigantesco scheletro di elefante che rappresenta, oltre ad un reperto di straordinario interesse scientifico, la testimonianza storica di un simpatico “motto canzonatorio” che i napoletani ben conoscono. Infatti,  quello è “l’elefante del re”. Un maschio di elefante indiano (Elephas maximus) che Carlo di Borbone ebbe in dono nel 1742 dal sultano turco ottomano Maometto V. La cura della bestia venne affidata ad un caporale che, per alcuni anni, portando in tour l’elefante ad ammirare, visse di gloria riflessa. La morte dell’elefante diede origine al famoso detto popolare napoletano citato anche da Benedetto Croce: “Caporà, è mmuort’ l’alifante!” (trad.: “Caporale, è morto l’elefante!”) ad indicare la perdita di una rendita di posizione.

Il 6 novembre alle ore 10.30, al Centro Musei delle Scienze Naturali, in via Mezzocannone, si terrà una conferenza dal titolo “Mammiferi in Italia”. Una interessante occasione per conoscere qualcosain  più circa il mondo dei mammiferi, con particolare attenzione alla fauna campana. Questo evento è organizzato in seno alla XVI edizione di “M’ammalia – La settimana dei mammiferi”. Vari relatori, moderati dalla Dottoressa Roberta Improta, parleranno di diversi argomenti il cui filo conduttore sarà la vita dei mammiferi. Per il programma completo dell’evento, con i recapiti ai quali prenotarsi o chiedere informazioni, è possibile visitare la pagina ufficiale dei Musei delle Scienze Fisiche e Naturali al seguente link :

www.museiscienzenaturaliefisiche.it/it/archivio-news/2024/150-mammiferi-in-italia-tra-specie-conflitti-e-soluzioni.html