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L’incontro con il Maestro Giorgio Signorile: viaggio tra musica, didattica e passioni

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di GIOVANNI DI SERO

 

 

 

(ritratto del Maestro Tiziano Squillace)

Come è cominciata la sua avventura musicale?

“Tutto è iniziato negli anni ’70, ascoltando mio padre suonare a casa con amici. Lui non era un chitarrista, ma amava la musica e fondò con altri concittadini un coro alpino attivo per oltre 50 anni. Anche questa attività mi attirava molto, e seguivo il coro in tutte le sue manifestazioni. A sette-otto anni, giocavo con la chitarra di mio padre senza sapere cosa stessi facendo, ma ciò che riuscivo a creare mi intrigava sempre di più. Con il passare degli anni mi sono appassionato al canto corale, diventando un grande estimatore di Bepi de Manzi , autore di opere magnifiche per il coro alpino. Tornando alla chitarra, mio padre mi propose di prendere lezioni da un vicino di casa che frequentava il quinto anno di Conservatorio, e così iniziò il mio cammino. Dopo un paio d’anni con lui, entrai in Conservatorio nella classe del meraviglioso insegnante Pino Briasco. L’incontro con Pino, un vero Maestro di vita, fu determinante: la saggezza, la competenza e l’umiltà che trasmetteva hanno formato il mio essere uomo e musicista. Più tardi, ho studiato e mi sono diplomato con Paolo Manzo, un bravissimo didatta e direttore del locale Conservatorio. Con lui abbiamo suonato in lungo e in largo con l’Assieme Chitarristico Italiano, suonando prime assolute di autori come Brouwer e Smith Brindle. Un’altra figura importante per la mia formazione è stata Betho Davezac, un grandissimo chitarrista apprezzato nell’ambiente musicale. Inoltre, la musica leggera, il pop e il rock mi hanno insegnato a improvvisare e accompagnare qualsiasi canzone, cosa che amo fare tuttora.”

Lei è autore di numerosi brani per chitarra classica e testi di didattica chitarristica. Da dove nasce la sua vena creativa?

“Non saprei dirti! Per me è tutto così naturale e semplice. Prendo la chitarra e… capita qualcosa! In parte, arriva dal desiderio di comunicare in modo semplice e sincero ciò che sono. Sia che mi rivolga a uno studente o al pubblico di un concerto, scrivo e suono me stesso. A livello didattico, parto dalla conoscenza delle difficoltà che gli studenti incontrano nel percorso di studio. Insegnando da tanti anni, mi rendo conto che un esercizio ‘trasformato’ in brano accattivante può risolvere un problema tecnico. I miei libri didattici sono nati così, sempre con un occhio alla melodia e al ritmo che piacciano agli studenti. La mia didattica non è uno svendere la cultura musicale, ma un ‘partire dal mondo dello studente per portarlo a conoscere il mio’. Evito di scrivere un Metodo perché credo che la primissima fase di studio debba essere competenza dell’insegnante, che ha acquisito una propria metodologia. Io entro in gioco dopo, quando si tratta di proporre un primo repertorio che aiuti a risolvere le difficoltà del percorso.”

Ritiene che le scuole a indirizzo musicale abbiano dato una svolta alla formazione del musicista del domani?

“Forse sì, anche se non è l’obiettivo principale delle medie a indirizzo musicale, che è diffondere la cultura musicale di base attraverso lo studio di uno strumento. Che qualche ragazzo continui seriamente gli studi è bellissimo, ma già diffondere l’amore per la cultura musicale è un’opera importante. Purtroppo, in Italia la musica e l’arte sono spesso trascurate dal sistema scolastico curriculare. Le SMIM (scuole medie a indirizzo musicale) sono una splendida realtà, anche se limitata nei numeri. Quando troviamo un alunno particolarmente interessato, facciamo di tutto per creare le condizioni giuste per la continuazione degli studi, dialogando fra le realtà didattiche del territorio e creando sinergia e collaborazione costante.”

Qual è la sua idea di didattica?

“Proprio qualche giorno fa ho fatto un concerto in montagna con alcuni miei alunni. Camminare insieme, nella conoscenza dei ruoli e nel loro rispetto, è alla base di tutto. L’autorevolezza dell’insegnante deve essere subito chiara. L’alunno vede in te una figura che lo accompagna nel percorso, aiutandolo a superare le difficoltà senza far pesare le normali cadute. Il sorriso è uno strumento vincente, che apre le porte del cuore e della crescita insieme.”

Le sue passioni oltre la musica sono la bici, la natura, le valli del cuneese, la buona tavola. I percorsi ciclistici ed escursionistici che fa creano spunti per le sue composizioni?

“Esatto! Nella ripetizione di un gesto semplice come la pedalata e la camminata, la mente si libera e possono nascere idee musicali. È un concetto semplice, base della filosofia zen, ma ci credo fortemente. Così sono nati brani come ‘Terra e Cielo’, ‘Giochi d’acqua’ e altri. Quando sono in montagna, la bellezza e la semplicità dell’ambiente mi ispirano, e queste sensazioni diventano Musica.”

Quali strumenti utilizza per i suoi concerti?

“Non sono un fanatico della liuteria, ma suono da anni con una Kohno professional R del 1985, regalo dei miei genitori per il diploma. È uno strumento meraviglioso che asseconda ogni mio desiderio musicale. Per situazioni più informali, uso una Cordoba GK, strumento semplice e facile da suonare. Inoltre, amplifico il suono con un microfono ad archetto DPA e un ampli Acus, ottenendo un risultato di alto livello.”

Giorgio, lei è una persona molto solare, estroversa, empatica. Il suo cognome è made in sud, nel suo DNA c’è anche qualche antenato napoletano?

“Grazie del complimento! Noi cuneesi siamo così: abbiamo solo bisogno di un po’ di tempo per aprirci. Il cognome Signorile arriva dal Sud, più precisamente dal barese, ecco spiegata la mia passione per pane e pomodoro! Amo e apprezzo i colleghi del Sud, così aperti e desiderosi di condivisione. Ma poi, che senso ha ancora parlare di Nord e Sud? Siamo tutti uguali su questa Terra e grazie alla Musica possiamo convivere al meglio.”

Ci parli della sua produzione musicale e dei nuovi progetti in corso.

“Volentieri! Non essendo io un compositore accademico ma semplicemente un chitarrista la mia produzione musicale di repertorio nasce da un sentimento, dall’emozione suscitata in me da un evento, un volto, un ambiente…qualcosa insomma che sento il bisogno di raccontare e ricordare e tramite la mia musica posso evocare continuamente. In questo modo, per me molto semplice e immediato nella composizione e nell’ascolto, sono nate le mie composizioni più suonate e registrate anche da importanti esecutori come Matarazzo, Mirto, Tampalini e altri e quelle più intime che magari amo suonare da solo nel mio studio guardando il paesaggio fuori dalla finestra…

in questi giorni sto terminando un lavoro per assieme chitarristico a 5 parti che sarà eseguito in un’importante rassegna italiana ma di cui non posso ancora parlare ufficialmente…sarà una bella sorpresa spero! A livello di musica solista ho appena pubblicato per Ut Orpheus una Suite dedicata a un…albero, un gigante di 700 anni che “abita” in alta valle, a 1800 metri d’altezza, per dirti, lui nasceva mentre Marco Polo tornava dalla Cina…un giorno rìtornando da un’escursione e passandogli vicino ho sentito forti delle sensazioni quasi epidermiche quasi sembrava mi chiamassero, mi facessero volgere lo sguardo alla sua chioma, alle sue radici, mi sono commosso, e seduto nell’erba accanto a lui e ho pensato a cosa corrispondessero quei “richiami” che sentivo in me: e così sono nati tre brani Il grande larice rosso, Piccole vite e Requiem per un bosco quest’ultimo brano a ricordo della strage di abeti e larici compiuta a Cortina per la costruzione di una pista da bob, utilizzata un mese e sicuramente successivamente abbandonata, come ahimè ogni Olimpiade svolta in Italia insegna (Torino docet)

Di questo lavoro vado davvero molto orgoglioso, è stato un modo di partecipare ad un’azione di sensibilizzazione nei confronti dell’amore per la natura che sento profondamente dentro di me, la conservazione dell’ambiente e l’attenzione per i cambiamenti climatici devono in qualche modo entrare a far parte anche della nostra metodologia, siamo parte importante della vita di un ragazzo e possiamo fare molto per responsabilizzare la loro vita attraverso il nostro operato”.

Biografia del Maestro Giorgio Signorile

Cuneese, ho iniziato a studiare chitarra presso il locale Conservatorio, dapprima con Pino Briasco e successivamente con Paolo Manzo, diplomandomi col massimo dei voti. In seguito ho approfondito alcuni aspetti del repertorio a me caro studiando soprattutto con Betho Davezac  e iniziando un’attività concertistica come solista e in gruppi di musica da camera fra cui, esperienza importante e particolarmente formativa artisticamente, l’Assieme Chitarristico Italiano.

Parallelamente comincio a scrivere per il mio strumento, inizialmente come “contrappunto” didattico al tradizionale repertorio usato con gli alunni: amore per la natura, viaggi e incontri con culture lontane dal mio mondo entrano a far parte delle mie composizioni e nel tempo l’attività di compositore diventa sempre più importante e trova un approdo professionale grazie alle pubblicazioni edite da Zedde, Sinfonica, Fingerpicking net  soprattutto Ut Orpheus. Col magazine online DotGuitar collaboro regolarmente pubblicando una rubrica di didattica e tecnica chitarristica.

I miei ultimi cd “Riflessi”, “Via Mellana 12/D” e “Passaggi” prodotti dalla casa discografica CNI Music e DotGuitar in collaborazione con la casa editrice bolognese Ut Orpheus, raccolgono le mie composizioni per chitarra sola, scelte fra quelle più rappresentative del mio essere musicista, ormai entrate nel repertorio concertistico e discografico di molti nomi importanti del concertismo internazionale.

Infine l’insegnamento, una parte importante della mia attività di musicista che svolgo nella Scuola media a indirizzo musicale della mia città: lo ritengo innanzitutto un confronto fra due realtà, un dialogo dove rispetto e nozioni vengono scambiate e interagiscono, creando cultura, gioco ed interesse, una crescita comune. Concludo sottolineando che amo molto la traduzione francese ed inglese della parola “suonare”: jouer, to play, in italiano giocare, e giocare con la musica è un lavoro unico e meraviglioso!