Home In prima pagina Il Museo Archeologico Libero D’Orsi nella Reggia di Quisisana: un tesoro archeologico tra storia e bellezza Apertura straordinaria serale del sito il 12 e il 19 settembre

Il Museo Archeologico Libero D’Orsi nella Reggia di Quisisana: un tesoro archeologico tra storia e bellezza Apertura straordinaria serale del sito il 12 e il 19 settembre

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di Massimiliano Del Prete

Adagiata sulle colline di Castellammare di Stabia, ai piedi del Vesuvio, la Reggia di Quisisana rappresenta un gioiello del patrimonio borbonico italiano. Costruita nel XIII secolo dai sovrani angioini come luogo di villeggiatura e cura termale, il palazzo assunse la sua forma attuale grazie agli interventi di Carlo III di Borbone tra il 1765 e il 1790. Il nome “Quisisana”, che in latino significa “qui si guarisce”, evoca le sue origini curative, immerse in un paesaggio di ulivi, castagni e nocciuoli, come narrato in una novella del Decamerone di Boccaccio. Dopo secoli in cui è stata utilizzata come dimora, ma anche come residenza di caccia e collegio, la reggia cadde in declino post-bellico e fu gravemente danneggiata dal terremoto dell’Irpinia nel 1980. Solo dal 2002, con un ambizioso progetto di restauro finanziato dal Parco Archeologico di Pompei e dal Comune di Castellammare, il complesso è stato riportato al suo splendore. Oggi, con i suoi giardini all’italiana di 20.000 metri quadrati e la maestosa Torre Colombaia, la Reggia non è più solo un palazzo reale, ma la sede ideale del Museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”, inaugurato il 24 settembre 2020. Questo museo, intitolato all’archeologo e preside Libero D’Orsi (1888-1977), fonde l’eleganza borbonica con i reperti dell’antica Stabiae, offrendo un ponte tra epoche lontane. Libero D’Orsi, figura chiave nella riscoperta dell’archeologia stabiese, fu un instancabile promotore degli scavi negli anni ’50, fondando il Comitato per gli Scavi di Stabiae. I suoi sforzi riportarono alla luce le lussuose ville romane sul pianoro di Varano, già parzialmente esplorate durante gli scavi borbonici del XVIII secolo. D’Orsi, insegnante e appassionato di storia locale, trasformò un’antica scuola media in un Antiquarium che ospitò i primi reperti, ma fu chiuso al pubblico nel 1997. Il nuovo museo, curato dal Parco Archeologico di Pompei sotto la direzione di Gabriel Zuchtriegel e Maria Rispoli, raddoppia gli spazi espositivi e integra materiali precedentemente dispersi, tra cui prestiti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN). Grazie a un accordo di valorizzazione siglato nel 2019, dopo oltre 250 anni, affreschi e decorazioni borboniche si riuniscono, creando un percorso immersivo dall’età arcaica all’eruzione vesuviana del 79 d.C. Il progetto, sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Regione Campania, include anche una scuola di formazione e laboratori di digitalizzazione 3D, rendendo il Quisisana un polo culturale internazionale. Recentemente, nel marzo 2024, un ampliamento ha arricchito il percorso con presidi multimediali su commerci e culti antichi.
Nell’ambito della rassegna dedicata alle “passeggiate notturne” dei siti archelogici vesuviani, si è tenuta il 5 settembre una coinvolgente visita al Museo Archeologico di Stabia organizzata dal Parco Archeologico di Pompei, durante la quale l’Associazione “Antica Necropoli di Stabiae Madonna delle Grazie”, con l’ausilio di Manuela Vitiello che ha guidato i visitatori alla scoperta dello straordinario patrimonio artistico e culturale rappresentato dai reperti esposti nelle sale del museo, ha dimostrato quanto la collaborazione fra istituzioni e coloro che amano il territorio nel quale vivono possa offrire risultati davvero eccezionali.
Tutto ciò reso possibile grazie anche alla passione che la direttrice del sito, Dottoressa Rispoli, pone nella gestione di questo sorprendente sito che sembra avvolto da un incantesimo, tanto appare straordinariamente bello.
Il cuore del museo è dedicato alle ville dell’otium stabiese, dimore di elite romana con triclinia, cubicula e bagni termali. Qui, i visitatori ammirano affreschi vividi raffiguranti scene mitologiche, pavimenti in opus sectile policromi, stucchi dorati, sculture in marmo e bronzo, terrecotte votive, vasellame da mensa e oggetti quotidiani in ferro e ossidiana. Elementi multimediali, come plastici interattivi, immergono nel contesto commerciale e devozionale di Stabiae, collegata a Pompei e al Golfo di Napoli. Il museo enfatizza le connessioni con il paesaggio: le ville godevano di viste panoramiche sul Vesuvio, e oggi il Quisisana offre balconi mozzafiato sul mare.
Il presidente di “Antica Necropoli di Stabiae”, Mimmo Sabatino, presente alla serata insieme a Vincenzo D’Antuono, ci ha spiegato come l’associazione abbia fra le sue priorità l’organizzazione di eventi che creino un volano virtuoso intorno alle meraviglie archeologiche presenti nel territorio stabiese.
La Reggia riaprirà le porte ai visitatori per una “passeggiata notturna” e per visitare il museo nelle sere del 12 e del 19 di settembre e le informazioni possono essere reperite sul sito www.pompeiisites.org oltre che contattando l’associazione “Antica necropoli di Stabiae” al 3333381559 o all’email [email protected]