PRAGA. Profumo di Brasile. Cesare Prandelli lo avverte, e non è l’imminente partenza per la Confederations. Il viaggio che conta è quello previsto tra un anno, per i Mondiali; e in questo senso la tappa di Praga può essere «determinante». «Contro la Repubblica Ceca è obbligatorio vincere: per fare un gran passo in avanti, e per non ripiombare nella mischia», dice il ct alla vigilia della sfida. Sulle rive della Moldava sono passati campioni e un’intera tradizione calcistica, l’incrocio tra le due scuole è nobilitato dalla finale del primo mondiale vinto dagli azzurri, nel ’34. E anche oggi che la vecchia Cecoslovacchia è divisa in due i rivali di domani incutono rispetto, per forma e tasso tecnico. Superate invece le paure per la piena del fiume, di cui il centro storico della città ancora porta i segni, il ct avversario Bilek può tornare a coltivare solo quelle per un avversario calcistico che sa “forte”, ma anche fragile «di fronte al contropiede». «È inevitabile correre dei rischi quando si prende in mano il gioco e si porta l’azione nella metà campo avversaria – la replica di Prandelli – Io auspico di subire qualche contropiede, ma di giocare 90′ nella metà campo loro». L’inversione di tendenza culturale è certificata, anche se non è detto che basti a cambiare il corso dei precedenti: due trasferte in casa della neonata nazione post muro di Berlino, e altrettante sconfitte. Ma che si tratti di un’Italia a trazione anteriore, è fuor di dubbio. Una vittoria porterebbe gli azzurri a +6 sulla Bulgaria e +8 sui cechi, offrendo così la palla della schiacciata vincente già nelle due partite di settembre contro le inseguitrici. Vincere, ecco dunque la missione azzurra a Praga. Prandelli è costretto a rinunciare a Osvaldo, il suo centravanti ideale, per motivi disciplinari e allora anticipa il futuro affidando ad El Shaarawy il compito di far coppia con Balotelli, che ha fatto sapere di voler puntare allo al record di Riva di 35 reti. Per il resto si affida alle certezze del palleggio a centrocampo, dove però con Pirlo, Marchisio e Montolivo resta da verificare l’incognita De Rossi: l’azzurro lo ha spesso rivitalizzato dalle delusioni in chiave Roma, stavolta ci vorranno razioni massicce di fiducia. Unico accorgimento tattico in copertura, l’impiego di Chiellini a sinistra della difesa, non fosse altro per dare una mano Barzagli appena recuperato da una tendinite. «Troviamo un avversario forte e in forma, e un’atmosfera molto difficile» dice Prandelli. Forse serve un gol di Balotelli. «Rosicky dice che è tra i primi cinque al mondo? Gli altri quattro non hanno smesso, dunque Mario è ancora quinto…», la frenata finale del ct. Volare bassi, per decollare verso il Brasile. Di Francesco Grant
Fonte: ilmattino
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