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Bienvenido, Rafa. Ora quali scenari ?

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20130605-215655.jpg Napoli – di Giovanni Sorrentino – Finisce così, dopo quattro anni intensi oltre ogni misura, il ciclo di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli. Un annuncio in diretta tv, senza mezzi termini o dichiarazioni a metà, nella maniera più limpida possibile, com’era giusto che fosse. Aveva bisogno di riposo, aveva detto, e più in là avrebbe valutato se, eventualmente, rimettersi in gioco. Neanche quattro giorni e il tecnico di San Vincenzo ha dato inizio al suo sodalizio con l’Inter, squadra all’anno zero, assolutamente da rifondare, con niente da perdere e tutto da guadagnare. Il passato, tuttavia, lo rimpiange chi non ha futuro. Ed ecco che, come il più inaspettato dei fulmini a ciel sereno, De Laurentiis pesca il jolly dal mazzo, regalando al Napoli e a Napoli il primo vero allenatore di caratura internazionale della sua storia. Sempre abituato a grandi palcoscenici, Rafael Benìtez Maudes ha un palmares invidiabile, un curriculum di tutto rispetto che non ha bisogno di preamboli o presentazioni, uno che la mentalità vincente la ha nel DNA. Una sola esperienza poco brillante nella sua carriera, proprio sulla panchina di quell’Inter affidata ora al suo predecessore Mazzarri, ma approdare presso una società reduce dalla vittoria di cinque titoli su sei disponibili e, di conseguenza, scarica sotto il profilo motivazionale, è impresa ardua per chiunque. Per il resto, due Liga vinte e una Coppa Uefa conquistata alla guida del Valencia, una Coppa d’Inghilterra, un Community Shield, una Champions League e una Supercoppa Europea a Liverpool, una Supercoppa Italiana e un Mondiale per Club all’Inter e, non più tardi di tre settimane fa, un Europa League alla guida del Chelsea di Abramovich. Scusate se è poco.
Ad ogni modo…quali prospettive si stanziano all’orizzonte azzurro? Cerchiamo di capire cosa serve ancora a un organico, già di per sè competitivo, per migliorarsi ulteriormente e per consentire al tecnico spagnolo di portare avanti il progetto di crescita e sviluppo di una società, è bene ricordarlo, relativamente giovane.

PORTA – Il rinnovo di Morgan De Sancits è un ottimo segnale di continuità. Un portiere che, nonostante l’età obiettivamente avanzata, offre ancora determinate garanzie. Incerto, invece, il futuro di Rosati: l’estremo difensore ex Lecce non è parso in grado di costituire un’alternativa valida e forse, in questo senso, bisognerà correre ai ripari.

DIFESA – Probabilmente, il reparto che ha avuto la crescita maggiore nell’ultima stagione. Seconda miglior retroguardia del campionato, il pacchetto arretrato azzurro è uno dei più affidabili in circolazione ma, per ben figurare su tutti e tre i fronti, urgono delle migliorie. Servirà un sostituto di Campagnaro, uno dei migliori per rendimento nelle ultime stagioni, e almeno un altro innesto di caratura internazionale per permettere a Cannavaro, Britos e Gamberini di rifiatare. Gradito sarebbe un eventuale ritorno di Federico Fernandez, giovane stabilmente nel giro della Seleciòn argentina che nel nuovo assetto a quattro con cui intenderà giocare Benitez potrebbe trovarsi a proprio agio.

CENTROCAMPO – Probabilmente, il reparto che ha bisogno di maggiori ritocchi, partendo dalle fasce. Quest’anno, Maggio non è parso in grado di offrire un rendimento continuo e soddisfacente, costringendo più volte il Napoli ad orchestrare le proprie manovre sul versante opposto. Di contro, di grande livello è stata la stagione di Zuniga, giocatore che ha avuto una crescita a dir poco esponenziale. Tuttavia, causa grane contrattuali, il colombiano potrebbe partire, lasciando un vuoto che il solo Armero, per quanto ottimo sia stato il suo impatto con la realtà azzurra, non colmerebbe del tutto. Considerando poi il passaggio dal 3-4-1-2 al 4-2-3-1, sarebbe d’uopo l’acquisto di esterni capaci di ben destreggiarsi anche in fase difensiva. Per quanto riguarda la zona nevralgica, se Dzemaili e Behrami hanno disputato un campionato di assoluto livello, altrettanto non si può dire di Inler: lo svizzero è parso più volte in affanno e una sua eventuale partenza non sarebbe da escludere. Dunque, un metronomo efficace anche in fase di interdizione sarebbe l’ideale.

ATTACCO – Ecco le dolenti note. Per la terza stagione di fila, Cavani ha superato le venticinque reti, confermandosi di diritto nel novero dei primi cinque centravanti al mondo. Tuttavia, come era inevitabile, le sirene estere si fanno sempre più insistenti e qualunque giocatore nel pieno della maturità professionale sarebbe desideroso di misurarsi nei maggiori campionati mondiali. Il tutto è legato alla famigerata clausola rescissoria da sessantatrè milioni di euro, proibitiva, ma non inaccessibile. Per il resto, le conferme di Hamsik e Pandev sono le testimonianze più concrete della volontà di dare continuità al progetto. L’unico rebus è legato al futuro di Insigne: per il giovane talento di Frattamaggiore sarà un’altra stagione da gregario di lusso o, in prospettiva futura, sarebbe meglio mandarlo a giocare in una squadra che può garantirgli novanta minuti a settimana? Staremo a vedere.