Nuove ombre di antichi limiti
Come accade in ogni macchinario di recente realizzazione i cui ingranaggi, pur apparendo generalmente ben oleati, possono talvolta venire meno, allo stesso modo ecco verificarsi il primo scricchiolio nel giocattolo di Benitez. Vero e proprio passo falso quello contro il Sassuolo, fanalino di coda della Serie A con 0 punti all’attivo, 15 gol subiti, soltanto uno realizzato e reduce dalla stangata interna per 0-7 contro l’Inter. Dopo la mirabolante vittoria di San Siro contro il Milan, gara al termine della quale sì, si era tornati a casa con i tre punti, ma si erano palesate alcune avvisaglie di cedimento, vuoi fisico vuoi psicologico. Anche i campeõnes madrileni, convinti forse di essere approdati in un campionato dove la forbice fra il gruppo delle squadre di testa e quelle di bassa classifica fosse oltremodo ampia, hanno avuto modo di constatare che la realtà dei fatti è ben altra. In questo campionato ognuna della 20 squadre è potenzialmente in grado di fare punti, su qualunque campo, basti pensare al mai domo Chievo che quasi quasi metteva lo sgambetto alla Vecchia Signora, match che solo un autogol e una sciagurata decisione del guardalinee Preti (due mesi di stop per lui, notizia odierna) hanno potuto incanalare sui binari bianconeri.
È doveroso analizzare un aspetto fondamentale di questa rosa, forse una delle variabili più decisive nell’arco di un torneo lungo come quello della massima serie: il turn-over.
Le turnazioni vanno effettuate, è questo è fuor di dubbio, specialmente se si parla di una squadra che ambisce a ben figurare su tre fronti. Tuttavia, quello proposto dal tecnico spagnolo nella gara contro gli emiliani è apparso troppo esasperato. Addirittura azzardata la mossa di cambiare quattro difensori su quattro: una difesa con tattiche e movimenti ormai acquisiti rivoltata come un calzino, con un Cannavaro che sembra aver accusato più del previsto l’aver perso il posto da titolare e un Fernandez che non pare in grado di reggere la pressione, anche per i propri, evidenti, limiti tecnici. Altra mossa errata è stata quella di escludere Behrami dalla partita: nessuno ha le sue capacità di interdizione e nessun altro giocatore della rosa azzurra è in grado di sopperire alla quantità e ai muscoli che il centrocampista svizzero è in grado di fornire nella zona nevralgica. Il turn-over, in definitiva, ha ragione d’esistere nel momento in cui colpisce massimo tre elementi della squadra titolare, dal momento che, coinvolti più giocatori, l’intelaiatura di squadra con relativi automatismi risulterebbe irrimediabilmente compromessa.
Note dolenti anche dal reparto offensivo: Hamsik non è brillante come nelle prime uscite e Pandev è apparso fuori condizione. Prestazione più che sufficiente per Mertens: il folletto belga sta ben integrandosi con i compagni di reparto e costituisce un’alternativa di primissimo livello nello scacchiere azzurro.
Dal canto loro, Inter, Juventus e Roma continuano a macinare terreno, dando inizio alla prima vera bagarre stagionale ai piani alti.
Domani si è di scena a Marassi, a sfidare un Genoa ferito dalla immeritata sconfitta di Udine maturata, tra l’altro, su autorete.
È fondamentale riprendere terreno, rimediando alla battuta d’arresto di mercoledì, prestando attenzione all’utilizzo dei singoli in vista dell’impegno europeo contro l’Arsenal.
Quale occasione migliore per rialzare la china?