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Ritratti di fantasmi dell’animo umano

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I dipinti trasfiguranti di Francesco Filippelli in mostra alla Galleria Spazio 57 di Napoli


di Massimiliano Del Prete

L’arte, per propria prerogativa, può essere espressa in molteplici e mutevoli forme e tecniche. Ma le opere del pittore Francesco Filippelli, esposte a Napoli alla Galleria Spazio 57, sorprendono e innescano meccanismi di riflessione nell’osservatore in quanto realmente sembrano non ricadere in alcuno degli schemi soliti, innovando la forma dell’arte pittorica.

La mostra “The Swan Song” composta da cinque dipinti, ci spiega la curatrice Melania Fusaro, resterà esposta al pubblico dal 4 al 31 gennaio. In seguito, alcune opere selezionate diventeranno parte di una mostra permanente alla Galleria Spazio 57.

Sottotitolo dell’evento “a ghost story”. Ed è proprio una “storia di fantasmi” quella che ci raccontano iconograficamente le opere in esposizione. 

Un dipinto, peculiarmente, raffigura un soggetto statico. Le opere di Francesco Filippelli rivoluzionano questo concetto. Infatti, sotto gli occhi dell’osservatore, nell’arco di un tempo compreso nell’ordine di alcuni minuti, cambiano incredibilmente aspetto. La trasformazione avviene cosi lentamente e gradualmente che il risultato lascia del tutto sorpresi quando la “magia” si compie. 

Il “Ritratto di Dorian Gray”, invecchierà e si degraderà davanti al nostro sguardo mostrando tutta la corruzione che il tempo e l’abiettezza delle azioni dell’uomo scagliano sul protagonista dello straordinario capolavoro letterario di Oscar Wilde.

Quel che più sorprende, ed è da chiarire, è che stiamo parlando di opere pittoriche realizzate in maniera canonica con la tecnica dell’acrilico su tela e non di artifizi digitali. 

Francesco Filippelli, che abbiamo incontrato in galleria per una piacevole chiacchierata, ci ha  parlato del concetto di “TemporamaAlchemico” che ispira le sue opere. 

Il poter percorrere il tempo e i mutamenti che esso comporta, attraverso un dipinto che non offra una visione statica ma una trasformazione continua, ciclica, è una forma espressiva che Francesco Filippelli ha inseguito e realizzato. Oltre che un artista, Filippelli, è anche un chimico e questo sicuramente ha avuto incidenza nel perfezionare la tecnica, che ha anche brevettato, alla base della realizzazione tecnica dei dipinti.

I quadri in mostra sono tutti ispirati ad opere letterarie che hanno risvolti e assonanze nella letteratura gotica. Infatti, immergersi nella visione di quei dipinti è un po’ come sfogliare   e leggere   un romanzo. Mentre si sta attendendo la “trasformazione” gli echi ancestrali delle paure insite nell’uomo sollecitano l’animo dell’osservatore. 

L’opera al centro dell’esposizione è un ritratto della Gioconda che lentamente assume le fattezze di Leonardo da Vinci (o viceversa) a rappresentare il dualismo del creatore e della creatura. 

Ad eccezione di questo dipinto, nelle altre si ravvisa uno stile steampunk che attualizza in qualche maniera l’iconografia dei personaggi raffigurati.

Filippelli ci racconta anche dell’influenza che ha avuto sulle sue scelte artistiche la figura del Principe Raimondo de Sangro. Osservando il ritratto, conservato nella Cappella Sansevero, e notando la corruzione delle sembianze del Principe, pensò (circostanza non confermata dalla realtà storica) che Raimondo de Sangro, alchimista e scienziato, potesse aver ideato un tipo di pittura con pigmenti che cambiassero l’aspetto del ritratto nel corso del tempo. 

Ciò che distingue le opere di Filippelli da quanto già visto finora è la circostanza che, attraverso una raffigurazione figurativa del soggetto, l’artista riesce a dare una visione prospettica metafisica.

Sarà possibile incontrare l’autore alla Galleria Spazio 57 (in Via Chiatamone 57 a Napoli) sabato 25 gennaio.

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