Un’etichetta con su scritto il proprio nome, ali per indicare l’impegno di ognuno in questa unica ed irripetibile vita fatta di solidarietà -le sette opere di misericordia secondo il catechismo diocesano – che condurranno alla pienezza della vita, simboleggiata dall’aureola.
Saranno questi gli unici “accessori” richiesti per far festeggiare ai bambini della Parrocchia di San Giuseppe a Chiaia la solennità di Ognissanti. “Ognuno di noi, sin dalla nascita – questo il messaggio del parroco don Franco Rapullino – ha una propria identità che si manifesta in primis attraverso il nome. L’importanza della celebrazione di questo giorno, andando al di là di leggende dal sapore apparentemente pagano(Halloween) nasce dal bisogno di far comprendere ai più piccini il destino di ciascuno di noi: la santità. Dunque grandi festeggiamenti con giocolieri e prestigiatori per venerdì 31 ottobre nel salone parrocchiale della barocca chiesa della Riviera dove il “dolcetto o scherzetto” sarà sostituito da questa singolare iniziativa del parroco giunta al secondo anno di realizzazione. Mostrare il proprio nome – ha spiegato il sacerdote – rappresenta l’occasione per prendere coscienza della chiamata del Signore, giunta a noi attraverso il battesimo, ad essere perfetti e santi come Lui”.
Quanto alla storia della più “pagana” Halloween c’è da dire che sebbene questa festa sia da sempre considerata profana, le sue origini affondano le radici negli antichi evangelizzatori delle terre del nord, come risposta cristiana al mondo pagano. Di qui All Hallows Eve, da cui nasce Halloween, ossia festa della luce, della santità, della comunione con tutti i santi.
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