Home Succede in città Biagio Izzo appoggia il progetto di giornalismo della scuola Quarati e si lascia intervistare.

Biagio Izzo appoggia il progetto di giornalismo della scuola Quarati e si lascia intervistare.

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di Daniela Muscari Tomajoli
Un progetto, quello della classe 5/E e 5/H della scuola Quarati per sentirsi dei veri giornalisti. Un anno dedicato alla conoscenza nel settore, dalla suddivisione delle pagine, posti al timone di una redazione fino ad arrivare all’argomento più bello: le “interviste”. Grazie alle loro insegnanti Patrizia Ciaramella, Silvana Miraglies nonché Rita Balzamo, Sabrina Marotta, gli alunni della Quarati, come regalo di fine anno scolastico hanno ricevuto una bellissima sorpresa, quella di intervistare il loro attore preferito: Biagio Izzo. Pronto ad appoggiare questa interessante iniziativa, più che un intervista è stato un vero show dove il simpatico mattatore si è cimentato in battute, smorfie,ricordi e segreti del mestiere non tralasciando le raccomandazioni per un futuro migliore ai giornalisti in erba.

Da bambino già sapeva di avere talento?

Ricordo che già all’età di sei anni organizzavo nel garage di casa mia delle recite con i miei fratelli ed i miei cugini e mi facevano sempre interpretare la parte di Pulcinella. Recitare era già la mia passione.

Cosa pensava di fare da grande?

Speravo di fare questo mestiere, pensate che a 10 anni chiamavo in Rai perche volevo fare dei provini già come attore.

Con quale attore le piacerebbe recitare?

Sarebbe facile dire Al Pacino e Rober de Niro che sono degli attori straordinari, ma io sono contento di tutto quello che ho fatto fino ad oggi e soddisfatto di aver recitato con due “mostri sacri” della comicità italiana che sono Massimo Boldi e Cristian De Sica ecco da loro ho imparato tanto.

Quindi sempre attori comici?

Avendo la passione della comicità si. Ammiro molto Rocco Papaleo, Checco Zalone ,Vincenzo Salemme che sono attori bravissimi, con alcuni di loro già ho lavorato. Spero di continuare sempre a fare questo tipo di cinema divertente e comico e che porti tutte le volte allegria alla gente.

Si è mai montato la testa?

Purtroppo capita spesso in questo mestiere. La gente ti vuole bene, ti coccola e noi artisti viviamo automaticamente di questo. Anche se il pubblico ti vede come un essere al di sopra di tutti se sei una persona tranquilla educata ed umile non puoi montarti la testa. Per arrivare all’apice noi attori facciamo tantissimi sacrifici e se riusciamo ad essere apprezzati lo dobbiamo al pubblico non possiamo poi voltargli la faccia. Bisogna stare con la gente, io non mi stancherò mai di ridere con loro ma è questione di carattere. Molto spesso qualcuno si lascia prendere da questo finto luccichio guardando con distacco il prossimo, beh questa è la cosa più brutta che può capitare ad un artista. Io credo che siamo tutti uguali il mio è un mestiere come gli altri un pò particolare perché non puoi scegliere di fare il comico lo devi essere dentro, ma pur sempre un mestiere è.

Quindi non si stanca di firmare sempre autografi ed essere fermato per strada?

No! Io dirò sempre grazie al mio pubblico che ogni giorno mi arricchisce di nuove emozioni. Anche oggi stando con voi mi state dando delle bellissime sensazioni come spero io lo stia facendo a voi.

Di solito al cinema svolge il ruolo di protagonista?

E’ il sogno di tutti gli artisti. Però questo arriva dopo anni di esperienza, di preparazione di maturità artistica. Fino ad oggi ho fatto ruoli da coprotagonista.

Chi è il coprotagonista?

Colui che affianca il protagonista cioè dopo l’attore importante ci sono io e questo mi rende davvero felice perché vuol dire che sto lavorando bene

Qual è il suo prossimo lavoro cinematografico o teatrale?

Stiamo preparando la commedia teatrale del film di Vincenzo Salemme “L’amico del cuore” con la regia di Salemme, attualmente stiamo selezionando tramite dei provini i prossimi attori.

Prima di entrare in scena usa dei riti scaramantici?

Sempre! Prima di entrare in scena faccio prima il segno della croce e poi guardo il soffito del teatro e dedico un pensiero a mio padre che non c’è più, perché lo sento sempre vicino. Poi ho il rituale di mettere le scarpe in modo particolare devo infilare prima la destra senza allacciarla e poi la sinistra, poi devo allacciare prima la sinistra e poi la destra se dimentico questo passaggio in scena inizio autocondizionarmi che le cose andranno male. Quando invece leggo il copione lo devo personalizzare con dei miei segni, scrivendo il mio nome in modo particolare insomma tante cose che mi fanno stare bene ma sono assolutamente fattori psicologici e mi aiutano a fare meglio quella cosa.

Anche quando gioca la sua squadra del cuore fa gli scongiuri?

Si. La mattina della giornata in cui gioca la mia squadra devo scendere dal letto con il piede sinistro.

E’ credente?

Assolutamente si! Purtroppo stando spesso fuori città non posso praticare la mia fede andando a messa ma credo che l’importante sia sentirla dentro e quando posso ci vado.

Quando lavora fuori Napoli per lei è come essere in vacanza?

Purtroppo non riesco ad andare spesso in vacanza perché d’estate lavoro in tourneè in giro per l’Italia, oppure sono in giro per girare qualche film, quindi devo quasi sempre conciliare lavoro e vacanza. Sicuramente ho visto posti meravigliosi ed ho conosciuto usanze di tanti paesi e questo mi piace tantissimo.

Quale paese l’ha colpita di più per le sue usanze?

L’India! E’ caotica, suonano sempre i clacson delle macchine e la cosa che mi ha colpito di più è quella che per questo popolo le mucche, sono animali sacri e quando le trovi per trada non le puoi toccare e spesso sono motivo di confucione per il passaggio delle macchine.

E’ mai stato paparazzato?

No sono un bravo ragazzo! Non mi piace trasgredire ho rispetto della mia famiglia, ho quattro figli e devo essere un esempio per loro. Credo sia una questione di educazione quello di rispettare delle regole io sono felice così ecco perché non sono mai stato paparazzato.

Preferisce il teatro oppure il cinema?

Per il teatro ho una vera passione, il contatto che il palcoscenico ti da con il pubblico è quello che mi piace di più. Inoltre poiché sono autore delle mie commedie scriverle e poi realizzarle in scena mi riempie di orgoglio e mi emoziona. Se poi vedi che la gente le apprezza ride e si diverte mi carica a tal punto che non smetterei mai di finire lo spettacolo. Tutte le sere al teatro c’è un pubblico nuovo ed in scena si può barare, mentre al cinema le scene si possono ripete, in tv si registrare ma l’adrenalina che ti da il teatro è unica.

Tra tutti i film che lei ha girato qual è il suo preferito?

E’ strano a dirlo ho girato tantissimi film che hanno avuto un gran successo ma quello che io preferisco è quello che ne ha avuto di meno si chiama Black Jack.

Perché è il suo preferito?

Perché fin da piccolo ho sempre desiderato di essere un cowboy, poter sparare trovarmi in un contesto del genere e in questo film ho dato vita ai miei desideri sparando e lanciando coltelli mi sono divertito tantissimo nel girarlo.

Le è mai capitato che una scena troppo audace desse fastidio a sua moglie e quindi ha dovuto chiedere al regista di cambiargliela?

Sono stato sfortunato perché mi assegnano ruoli comici quindi difficilmente mi capita di girare scene del genere. Qualche bacio con qualche attrice ma quello cinematografico non è un bacio vero è finzione e poi quando sei in scena per il ciack sembra che si sia solo io e l’attrice ma in effetti ci sono centinaia di persone a guardarti, tecnici, regista, microfonisti.
Mia figlia Martina invece spesso è un po’ gelosa.

E’ difficile collaborare con gli altri attori?

Se hai rispetto del prossimo è facilissimo.

Non le è mai capitato di dover ripetere la scena molte volte a causa di un suo collega che sbagliava sempre?

Non bisogna mai scoraggiare chi magari in quel momento non riesce a concludere una scena, con pazienza si incoraggia, si ripete e si cerca di rassicurarlo. Ma questo in tutti i campi è necessario non solo nel mio settore.

E’ mai stato intervistato da una classe?

Si, mi è già capitato anche dai bambini negli ospedali e sono le domande più belle perché spontanee.

Quali attori tra quelli che hanno recitato con lei preferisce?

Boldi senza dubbio, lui è un bambino cresciuto è eccezionale. In questo mestiere è difficle trovare persone di cuore come lui.

Per diventare famoso hai avuto degli aiuti o dei sostegni?

Mai, aiuti mai! Ho dovuto fare tutto da solo. Però devo dire è più bello perché sai di aver dato tutto senza spinte e quando poi raggiungi il tuo scopo è tutto più soddisfacente.

Il suo primo film?

“Il ragazzo della curva B” con Nino d’Angelo. In quel periodo il Napoli vinse lo scudetto, portammo fortuna alla squadra.

E’ mai stato interrotto durante le riprese di un film?

Certo, spesso capita che mentre stasi girando in esterna passa un aereo e non riescio a farti sentire, oppure altri tipi di rumore, ecco perché quando poi giri le scene fuori dagli studi devi doppiarlo altrimenti si sentirebbero tutti i rumori della strada.

E’ difficile doppiare un film?

E’ la cosa più difficile da fare dopo aver girato un film, perché devi ripetere le stesse cose che avevi già detto senza sbagliare e con lo stessa espressione. Ancora più difficile è quello di doppiare i film stranieri in italiano, ammiro tantissimo i nostri doppiatori italiani

Per quale squadra tifa? E’ mai stato allo stadio?

Ma che domande!(Biagio Izzo se la ride visto che è un tifoso della squadra del Napoli accanito)

Le piacerebbe girare un altro genere di film?

Mi piacerebbe un ruolo drammatico, ma dovrei essere ben guidato dal regista per un giusto equilibrio nel recitare questo ruolo perché il comico quando gira un film drammatico potrebbe esagerare e diventare patetico.

Ha scelto questo mestiere per i soldi o per la passione?

Ti rispondo in modo davvero sincero, solo per la passione i soldi non fanno la felicità ma la comodita.

Termina qui la nostra intervista, parlare con Biagio Izzo è stato per noi alunni un misto di emozioni, abbiamo chiacchierato su tante cose del suo modo di recitare, del suo essere comico ma anche padre e marito ed abbiamo imparato tanto da lui. Ci ha colpito soprattutto una cosa, la sua grande umiltà che ci ha fatto sentire dei veri giornalisti, grazie per averci regalato un sogno!