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di Eliana Del Prete
La fantasia popolare lo ha sempre identificato come uno spiritello dall’aspetto di vecchio-bambino. Stiamo parlando del Munaciello napoletano, la figura leggendaria che fa la sua prima “apparizione” nel lontano I secolo d.C, nel Satyricon di Petronio per poi “ricomparire” in Matilde Serao in Storie e Leggende Napoletane. Questa volta, la collocazione storica è completamente diversa. Secondo la scrittrice, infatti, in un periodo compreso tra il primo ed il secondo
Rinascimento, una donna a nome Catarinella Frezza, in seguito alla morte per omicidio del fidanzato Stefano Mariconda, avrebbe partorito un bambino dall’aspetto scheletrico e terrificante. Impazzita dal dolore per la perdita dell’amato, la sventurata madre e con essa lo sgraziato bambino, trovarono sistemazione in un convento. Tradizione volle che la donna, oramai povera, per proteggere il figlio dal freddo gli fece indossare un saio di colore bianco e nero alla moda dei monaci: da qui il nome “Munaciello”.
Molto si è sbizzarrita la fantasia popolare su questa consolidata leggenda al punto da interpretare nel personaggio la bontà o la malvagità , a seconda del cappello indossato. Se rosso il berretto indossato era indice di bonarieta dell'”ospite”,quello nero viceversa, ne annunciava una presenza nefasta. Un fatto è certo, il monaciello sembra avere avuto un debole per le belle fanciulle, tanto da inondare di ricchezze le loro abitazioni. Tuttavia,se pubblicizzato o deriso, o Munaciello assumeva decisamente
– in queste occasioni – caratteristiche vendicative.
Nella sua lunga carriera di disturbatore, il folletto ha perseguitato e maledetto quanti lo avevano schernito, insultato o resa nota la sua presenza.

A Napoli, le apparizioni più eclatanti del Munaciello si sono avute nel 1939 in Via Aniello Falcone e, qualche tempo più tardi, in Via Mergellina. In entrambe le situazioni la stampa italiana riportò le sconcertanti dichiarazioni di persone che, per essere stati poco cortesi con lui, erano letteralmente finite in ospedale. L’episodio di Via Aniello
Falcone fa specificatamente riferimento ad un operaio il
quale, durante alcuni lavori di ristrutturazione di una villetta,
si sarebbe rifiutato di dividere la propria merenda col Munaciello.
Per tutta risposta, l’offeso folletto malamente lo scortese muratore.