20130629-075447.jpg SALVADOR. Domani sera a Salvador de Bahia l’ultimo atto della Confederations Cup per l’Italia, uscita a pezzi sotto l’aspetto fisico dalla semifinale contro la Spagna persa ai rigori ma caricata sotto l’aspetto psicologico perché la prova degli azzurri soprattutto nel primo tempo è stata estremamente positiva. Il ct Prandelli farà il turnover per la finale che vale il terzo posto nella competizione, un po’ per scelta e un po’ perché ci sono giocatori stanchi. Lo stesso farà anche il collega Tabarez, il Maestro che allena l’Uruguay: a riposo, probabilmente, anche Cavani. «Sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto. Non è il caso di fare festa, però credo che in molti abbiano apprezzato il nostro modo di giocare e anche di soffrire». Buffon esalta così la prestazione dell’Italia contro le Furie rosse a Fortaleza. «Non pensavo che avremmo avuto una capacità di soffrire così alta – dice capitan Buffon – e per questo dico che dobbiamo essere dispiaciuti ma non più di tanto. Il calcio è così, ai rigori vince soltanto una squadra e, anche se fa male, bisogna accettare il concetto che una volta tocca a te e una agli altri. A me dispiace soprattutto non essere riuscito a bloccare il tiro di Iniesta: mi è passato vicinissimo alla mano e se lo avessi preso ora forse staremmo a raccontare una storia diversa». Pensando ai tiri dal dischetto, c’è anche un altro rimpianto: «Al momento dei rigori – dice Buffon – ho pensato a cosa sarebbe successo se ci fosse stato Balotelli, che non ne sbaglia mai uno. Ma eravamo rimaneggiati e in un caso come questo puoi fare poco. Peccato…». Così è andata male, al n.1 nazionale non è neppure servito il rito scaramantico di girare le spalle e non guardare i penalty degli avversari, e a Salvador è arrivata un’Italia stremata che dovrà fare la conta dei disponibili per una sfida che in fondo conta poco, anche se il terzo posto in questo torneo è pur sempre un risultato di un certo prestigio. E poi si sa che le manifestazioni Fifa contemplano sempre anche una «finalina». «Ora vedremo se in squadra ci sono altre perdite – dice Buffon -, però intanto faccio notare che nei momenti che contano l’Italia c’è sempre. Ho sempre detto, e lo ribadisco adesso, che ciò accade per via di qualche nostra dote tecnica ma anche per l’attaccamento alla maglia della nazionale, che ci fa superare ostacoli a prima vista insormontabili». «Se fossimo arrivati in finale – scherza poi Buffon riferendosi alla stanchezza -, forse lo avremmo fatto a quattro zampe. Sarebbe stato comunque bellissimo perchè una partita del genere al Maracanà non capita tutti i giorni. Ma non ci succederà, almeno adesso, anche se posso pensare che con la Spagna sarebbe finita diversamente se fossimo stati al 100%. In ogni caso, ero certo che avremmo fatto bella figura. Ora cerchiamo, nei limiti delle nostre forze, di replicare con l’Uruguay». Di Donato Solimena
Fonte: ilmattino