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di Eliana Del Prete

Otello Testa – al secolo Lucio Allocca – nella fiction “Un posto al sole” è un vigile urbano integerrimo e retto. Uno di quei tutori della legge, tanto per intenderci, pronto a multare i propri parenti se necessario. Nella vita come nella finzione, il grande attore napoletano veste la legalità quasi come una seconda pelle, dichiarandosi avverso a tutte quelle forme di menefreghismo e superficialità a danno del prossimo.
Testimonial insieme ad altri artisti dell’evento “Napoli è viva”, la manifestazione svoltasi ieri sera nel magico scenario del cortile del Maschio Angioino, ad Allocca è stata consegnata una targa quale simbolo della legalità nell’immaginario collettivo.
In questa intervista ci racconta le sue piccole, grandi lotte quotidiane.

Tanti i mali che affliggono Napoli, quale tra quelli minori, lei proprio non tollera?

“Senza ombra di dubbio la filosofia lazzara, storica, del che tengo ‘a vedé. Questa proprio non la sopporto più. A Napoli esistono due categorie di persone; quelle che parcheggiano in seconda fila per il tempo strettamente necessario e che, sollecitati a spostare l’auto, mostrando una busta della farmacia chiedono scusa giustificandosi per l’emergenza e quelli che, invece, pur facendo i propri comodi, ti rispondono con il fatidico che tengo ‘a vedè'”

Un episodio di mancanza di senso civico che l’ha particolarmente colpita?
“Dove abito io ci sono due strade storiche diventata zone minate dagli escrementi dei cani. Ebbene dico io, tu padrone, dimostri tanta sensibilità nei confronti di questi esseri viventi e ti risulta così difficile portarti una paletta per alzare da terra i bisogni dei tuoi cani”
Lei come si comporta davanti a questi atteggiamenti?
“Alcune persone sono a me note e tempo fa stampai dei cartelli con su scritto: Scusate, non è colpa mia ma del padrone”.

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