di Eliana Del Prete
Erano passate da pochi minuti le dieci, quando esattamente un anno fa, crollava un’ala di Palazzo Guevara di Bovino alla Riviera di Chiaia. Pochi concitati minuti prima dell’evento disastroso, alcune avvisaglie permisero agli abitanti dello stabile di mettersi in salvo mentre, solo per un vero miracolo, non si registrarono vittime tra i passanti. Un boato, una coltre di fumo e del lato sinistro della facciata dell’antico edificio, una volta sede dell’Ambasciata Francese, non restava altro che un cumulo di macerie. Questo accadeva il 4 marzo 2013. Centinaia le persone costrette a trascorrere la prima notte in una tendopoli allestita nella vicina Villa Comunale. Da subito la situazione sembrò critica e furono sgomberati anche altri civici. Donne, bambini, anziani strappati alla quotidianità delle loro vite, furono sistemati presso alcune strutture alberghiere mentre tecnici, magistrati e periti indagavano sull’accaduto. Qualcosa nel sottosuolo sembrava aver subito mutamenti. L’impatto dei cantieri della Linea 6 della dirimpettaia metropolitana sugli edifici della Riviera salì subito agli onori della cronaca e mentre si studiava il “caso”, decine e decine di famiglie continuarono ad alloggiare in albergo. Un primo, piccolo segnale positivo si ebbe il 24 maggio quando, non senza comprensibile preoccupazione, fecero ritorno a casa le famiglie del Vicoletto Serra. Era giugno quando rientrarono i civici 84 ed 88 della Riviera di Chiaia ed il numero 12 di Vico Delle Fiorentine. Solo per ultimo, all’inizio dello scorso luglio, il rientro dei residenti del numero 81.
È trascorso un anno e nonostante si continui a lavorare nella zona, il numeri 66 e 72 della Riviera, continuano ad essere palazzi fantasma. Secondo alcune voci di corridoio, la sorte dei due edifici, ma soprattutto dei loro abitanti ancora dislocati in sistemazioni provvisorie, è tutt’altro che positiva. A maggio 2015 forse una svolta mentre, tra residenti e commercianti si leva un continuo dignitoso “non dimenticateci!”