di Augusto Cassandro

 

Sembra che per alcune persone a cui vogliamo bene o con chi abbiamo condiviso gran parte della nostra vita,  la parola fine non si debba mai pronunciare. Ed invece ieri questo amaro e triste lemma lo abbiamo espresso per Enzo Brunetti. Per tanti era il professore, per gli amici semplicemente Enzo. Dietro quella persona riservata e schiva con quel volto apparentemente severo,   si celava un uomo con un  sorriso contagiante dalla raffinata eleganza nel parlare. Ma la dote che emergeva era quella della persona semplice dall’ immensa umanità . È stato uno dei più grandi scenografi di  questa Napoli teatrale. Un professionista serio, sempre schivo nei confronti dei riflettori e della gloria, ma in ogni momento pronto e disponibile per tutti. Ha seriamente lavorato come da richiesta professionale ” dietro le quinte ” ma con la sua arte ed il suo estro ha impreziosito per anni i palcoscenici calcati dai più grandi artisti, da Luisa Conte a Nino Taranto in quel Teatro Sannazzaro che tanto ha amato, da Giacomo Rizzo a Gloriana. Lui ed il suo ” LABORATORIO ” così amava definirlo, ma in realtà era una bellissima scenografia, hanno visto susseguirsi per circa 50 anni la storia del Teatro nazionale. Legatissimo alla sua Napoli e alle tradizioni non ha voluto mai abbandonarla. Forse sono stati migliaia i ragazzi che gli sono passati davanti negli anni perché insegnava Educazione artistica alle scuole medie, ed ha lasciato in ognuno un ricordo. Memorabile era il suo “LABORATORIO SCOLASTICO “, che lo vedeva precursore in materia. Era un aula  sita all’ultimo piano della Scuola Media Statale Augusto I, che all’occorrenza si trasformava in: scenografia, camera oscura, falegnameria, aula di scultura insomma un vero e proprio laboratorio interdisciplinare. Questa sua lungimiranza  nell’inserire questo metodo didattico si è rivelata una fucina per affermati professionisti scenografi ed artisti di oggi. Un uomo al servizio del prossimo, vedeva in chiunque il bene senza mai scoraggiarsi o scoraggiare, così nella scuola come nel teatro. Da qualche anno aveva lasciato le ribalte professionali non abbandonando mai le “ tavole “, perché proprio per la sua natura altruistica e per un amore atavico nei confronti del suo lavoro, dedicava il suo tempo ad alcune compagnie filodrammatiche e pro loco che inscenavano presepi viventi. Questa terribile notizia, squarcia le tavole del palco creando un vuoto incolmabile dentro di noi ma lasciandoci  il ricordo di un grande uomo, un grande amico un grande professionista. Ciao Prof grazie di averci dato l’onore di aver imparato da te ed di essere stati amici tuoi. Ieri in Paradiso hanno accolto un altro grande.