“Era de maggio, io no nu me scuord…..” Sono i versi di una delle poesie  d’amore piu’ belle di sempre, scritta da Salvatore Di Giacomo, nel 1885 e musicata da Mario Pasquale Costa. Un secolo e due anni dopo gli stessi versi diventano l’idillio magico che lega il Napoli Calcio ai suoi sei e piu’ milioni di amanti. Era il 10 maggio 1987 quando il Napoli vinse il suo primo scudetto dopo sessantuno anni di vita. Un sogno che sembrava restare sempre tale, tant’e’ che la squadra partenopea aveva sfiorato la conquista dello scudetto diverse volte, arrivando addirittura al secondo posto nelle stagioni 1967/68 e 74/75. Ma grandi erano state le delusioni per i tifosi partenopei, che avevano visto la loro amata squadra sprofondare, anche, in serie B. Ma il giorno della gloria sembrava ormai vicino quando il Napoli, dell’allora presidente Corrado Ferlaino, riusci’ a portare  in maglia azzurra grazie, e soprattutto, all’intuito del direttore generale  Antonio Juliano,  Diego Armando Maradona  fantasista argentino, considerato il calciatore piu’ forte del pianeta, destinato ad offuscare anche il mito di Pele’.  Maradona era era arrivato due anni prima  dopo che il Napoli era reduce da due campionati (1982/83 e  83/84) in cui aveva sfiorato la serie B. Così Ferlaino decise insieme a Juliano di costruire una squadra capace di contrastare il potere calcistico del Nord  fondato sull’asse Mi-To. Il primo anno fu di assestamento e il Napoli dopo un avvio deludente riusci’ a sfiorare la zona Uefa. Nella stagione successiva, Maradona convinse Ferlaino a porre le basi per fare un grande Napoli.  La rifondazione parti’ dalla dirigenza, Allodi  grande esperto di calcio divenne il direttore generale, mentre Pierpaolo  Marino sostituì Juliano, che aveva lasciato. Arrivarono  a vestire la maglia azzurra, Bruno Giordno, Alessandro Renica, Claudio Garella e ed Eraldo Pecci. Il Napoli fece un bellissimo campionato si classificò  terzo e  riusci’  a battere anche la Juventus al San  Paolo  con un gol capolavoro di Maradona. Si lavorò  l’anno successivo per potenziare ancora il Napoli, e dall’Udinese arrivò  Andrea Carnevale e poi  successivamente il regista Ciccio Romano dalla Triestina. Intanto si disputarono i Mondiali in Messico e Maradona grande ed assoluto   protagonista, con l’ Argentina  si guadagnò  l’immortalità portando la sua nazionale alla conquista del titolo, segnando anche un rete capolavoro all’Inghilterra, passata agli annali come il gol del secolo. Inizia così la stagione 1986/87. Diego, diventato capitano del Napoli la iniziò  da campione del Mondo. Il Napoli, guidato da Ottavio Bianchi in panchina, che l’anno prima aveva preso il posto di Marchesi debuttò  a Brescia e vinse per 1 a 0  con uno splendido  gol di Maradona.   Dopo due pareggi deludenti con Udinese   in casa (1 a 1) e uno scialbo 0 a 0 nel derby campano  ad Avellino i ragazzi di Bianchi tornarono alla vittoria battendo il Torino in casa per 3 a 1 con i gol di Bagni, Ferrario e Giordano. Gli azzurri bissarono il successo del San Paolo e sette giorni dopo arrivò  la prima vittoria esterna a Marassi con la Sampdoria, il Napoli vinse per 2 a 1 con Maradona che siglò  il gol decisivo su rigore. Dopo  i pareggi interni con  Atalanta (2 a 2) e Inter (0 a 0) intevallati dalla vittoria all’Olimpico con la Roma per 1 a 0 grazie ad un  gol di  Diego meraviglioso, applaudito anche dai tifosi avversari arrivò  il grande giorno. E’ il 9 novembre 1986, Il Napoli, è primo in classifica con 12 punti  a pari punti con la Juventus, ed  Maradona e compagni andarono proprio a fare visita ai bianconeri. Fu’ una partita che i tifosi azzurri aspettavano da sempre, soprattutto dopo che proprio a Torino con gli stessi avversari undici anni prima avevano visto sfumare il sogno scudetto. E’ il giorno della grande rivincita, venticinquemila tifosi napoletani accompagnano la loro squadra al Comunale di Torino. Maradona è in gran forma, così come tutto il Napoli, deciso a vincere l’incontro, gli azzurri partirono forte, ma il primo tempo terminò  a reti bianche. La ripresa pero’ iniziò  sotto una cattiva stella pechè Laudroup portò  in vantaggio la Juve. Bianchi allora fece entrare Carnevale per potenziare l’attacco, gli azzurri  dopo aver incassato immeritatamente il gol,  come tarantolati si buttarono all’attacco bombardando Tacconi, portiere juventino che paro’  l’imparabile,il tutto sembrava stregato fino al minuto 73′ quando Ferrarrio su gli sviluppi di un calcio d’angolo pareggiava, ed un minuto dopo il Napoli passava addirittura in vantaggio con Giordano, il risultato era ribaltato  i sostenitori azzurri erano tutti impazziti, sembrava si giocasse il al San Paolo,la Juve era ormai tramortita, ed al 90 arrivava in contropiede il go del 3 a 1 di Volpecina, che chiudeva l’incontro. Il 9 novombre 86, diventò  una data storica,  perchè il Napoli tornava vincere a Torino dopo 29 anni. Tutta la stampa in Italia e Europa celebro’ il trionfo di Diego e compagni, e il  Napoli diventò  il grande favorito per il titolo. Sulle ali dell’entusiasmo gli azzurri batterono la domenica successiva,l’Empoli al San Paolo per 4 a 0 e poi pareggiarono  con  Verona e Milan, chiudendo felicemente l’anno solare con la vittoria interna con il Como (2 a1). Arrivò  la sosta, il campionato si fermò e alla ripresa post natalizia arrivava la prima delusione, gli azzurri reduci da un Natale e Capodanno festoso persero per  3 a 1 a Firenze, defraudati anche  dalla direzione arbitrale del sig. Mattei che annullò  sul 2 a 1 per i viola un gol regolare di Bagni. Ma la sconfitta non disunì  il Napoli che riuscì  a vincere cinque partite consecutive. Al San Paolo arrivò  l’Ascoli e gli azzurri vinsero per 3 a 0, ripetendosi poi sette giorni dopo con il Brescia battuto 2 a 1. I partenopei passeggiarono addirittura ad Udine rifilando un rotondo 3 a 0 ai friulani, Gli azzurri poi batterono anche l’Avellino (3 a 0) al San Paolo, senza Maradona squalificato, e poi tornarono a giocare al Comunale di Torino con i granata, dove fini’ 1 a 0 con un gol di Giordano, all84′ subentrato dalla panchina. La rete dell’ex laziale, mise il suggello  sullo scudetto, visto che il vantaggio sull’Inter e la Juventus diventò  sempre piu’ consistente.  il Napoli continuò  la corsa e pareggio in casa con Sampdoria, sconfisse l’Atalanta a Bergamo con un gol di Giordano e poi pareggiò  con la  Roma. La sconfitta al Meazza fu solo un incidente di percorso, perchè  i partenopei si riscattarono prontamente, la Juventus al San Paolo venne sconfitta per 2 a 1. Il sogno era sempre piu’ vicino a  concretizzarsi nonostante il ritorno dell’Inter, che recuperò  posizioni. Il Napoli subì  una brutta sconfitta a Verona, ma poi un grande Maradona guidò  i suoi alla vittoria con il Milan a Fuorigrotta,il Napoli vinse  2 a 1 e il”Pibe de Oro”  mise a segno il  2 a 0 con un “golazo” da antologia.  Mancavano tre giornate al termine, l’Inter tallonava il Napoli ma agli azzurri basto’ pareggiare a Como per 1 a 1, un pareggio che aveva il  sapore di una vittoria perchè l’Inter perse ad Ascoli e così il Napoli allungò  e adesso solo un punto  separava i partenopei dal grande sogno.  In città iniziano gia’ i caroselli e i festeggiamenti e  tutta Napoli si colorò  d’azzurro, sia nei vicoli piu’ scuri, sia nei  lussuosi appartamenti dei quartieri bene, la settimana trascorse velocemente ed arrivò  il giorno della gloria. Il San Paolo era tutto azzurro ed uno striscione che era una dichiarazione d’amore dei tifosi all’amato Napoli, capeggiava in Curva B “La Storia ha Voluto Una Data 10-5-87”  E’ il giorno della gloria, il giorno del trionfo, il giorno della salita sull’Olimpo del Calcio. Il Napoli pareggiò  1 a 1, il gol scudetto lo segnò  Carnevale, Baggio pareggiò, ma sugli spalti si cantava e si aspettava solo il   90′  per iniziare la festa……Il Napoli era  Campione d’Italia e iniziarono i festeggiamenti, che durarono fino alla mattina successiva e per tutta la settimana dopo.Le immagini dei festeggiamenti    fecero il giro del mondo, e così  fu festa non solo a Napoli ma in ogni angolo del globo dove batteva un cuore azzurro.

 (Antonio Errico)